Macbeth, una recensione

Premessa: non sono un esperto di teatro, né un particolare amante di quest’arte ma allo stesso tempo ne sono sempre rimasto affascinato e curioso. Quindi quando mi è capitata l’occasione di assistere alla rappresentazione teatrale della mia opera preferita di Shakespeare, ho deciso di cogliere la palla al balzo.

Macbeth è un uomo, è un Dio, è il Diavolo, questo ci vuole dire l’opera, un Dio Immortale che si autocondanna alla morte, pieno dei difetti, vizi e pregi dell’umana specie. L’amore che prova per Lady Macbeth è vivo e vero, ma malato che degenera nella piena malattia quando per amore si compie ciò che dell’amore è l’esatto opposto: l’omicidio. Di un ospite. Del tuo Re. Ed è proprio su questi due personaggi e sul loro amore che questo mio scritto si concentra: Luca Lazzareschi e Gaia Aprea interpretano il dolore e la follia dei due protagonisti, portandoli all’esasperazione con un’interpretazione magistrale ricca del patos che caricaturalmente anima il teatro. E lo fa vivere ed esistere.

Le scene principali vengono rese con estrema teatralità, immergendo lo spettatore talvolta nell’onirica delle visioni di Macbeth, a volte nella cruda realtà della camera da letto o della sala del trono. Sono rimasto incantato dalla rappresentazione delle tre streghe, doppiate con voce matura e moventi con grazie e scattosità allo stesso momento, lo spettatore veniva rapito e anche, oserei, inquietato, anche grazie all’uso delle luci e di uno spettacolare effetto 3D che disegnava un gufo sul telo del palcoscenico, veramente d’impatto.

La musica accompagna onorevolmente i fatti narrati e le scene ne traggono spirito e potenza visiva, suggellati dai veri protagonisti di quest’opera: i monologhi. Incredibili, tutti, da lasciare a bocca aperta, per l’intelligenza del parlato unito alla dizione e interpretazione degli attori, ognuno da standing ovation, su ognuno ci si potrebbe costruire uno spettacolo a sé, su ognuno gli attori e il regista hanno sputato sangue per farlo uscire alla perfezione e si vede, si sente, si percepisce.

Bravi, bravi tutti, da un non-amante del teatro, ma una persona emozionata e colpita da questo spettacolo

Daniele Pigliapoco VM Liceo Scientifico Antonio Labriola, Roma

Nota: la recensione di Daniele è risultata vincitrice del concorso per le scuole organizzato dal Teatro Quirino e premiata con un ingresso omaggio allo spettacolo successivo.