Intervista a Juf che sogna il permesso di soggiorno

Ponte Sisto, uno tra i più affascinanti della capitale, è uno spaccato della realtà di oggi. Tra un chitarrista che suona il suo blues e una coppia che passeggia mano nella mano, c’è Juf, intento a vendere un colorato scialle di lana a una turista dai tratti nordici. Viene dal Senegal, è nel nostro Paese da cinque anni e sogna il permesso di soggiorno. Quando ci avviciniamo e gli chiediamo se vuole rispondere alle nostre domande, ci sorride e ci fa cenno di avvicinarci.

Parlaci un pò dei tuoi gusti, ti piace la musica? e il cinema?

Juf: “La musica mi piace tutta! Secondo me la cosa importante, è capire qualcosa quando la ascolti.

Appunto per questo preferisco la musica del mio paese perché la capisco meglio, mi piacciono i testi. Qui in Italia sono andato al cinema una volta, mi è piaciuto molto.”

Che film era?

Juf pensa un po’ e poi scoppia a ridere: “non me lo ricordo. Voi invece che fate?”

Noi andiamo a scuola.

Juf: “ah, la scuola! Pure io sono andato a scuola per stranieri, e lì ho imparato un po’ di italiano. L’italiano lo trovo un po’ difficile, soprattutto da parlare è molto diverso dalla mia lingua. Però con il tempo si migliora.”

Di dove sei e da quanto tempo sei qui in Italia?

Juf: “Sono del Senegal, e sto da cinque anni in Italia.”

Perché sei venuto qui, che situazione c’è in Senegal?

Juf: “In Senegal c’era la guerra, adesso solo in una parte. La mia famiglia è rimasta lì, e casa mia sta nella parte dove c’è ancora la guerra.”

C’è una cosa, un piatto, un oggetto, un luogo, che quando la vedi ti ricorda casa?

Juf: “Io lavoro qua sul ponte, e quando vedo il Tevere mi ricordo la vita in Senegal… Lì facevo il pescatore. Stavo con la mia famiglia, che è la cosa che mi manca più di tutto, in una casa piccola ma tranquilla. Spero di avere il permesso di soggiorno prima o poi, così potrò tornare a pescare.”

 

Marta Perrotta con la partecipazione di Chiara Pilloni e Ludovica Leotti