Intervista a Muhammad Umberto Pallavicini

Oggi,9 febbraio 2017, noi della redazione di dire.it abbiamo deciso d’intervistare Muhammad Umberto Pallavicini, un rappresentante della sezione giovani CO.RE.IS (comunità religiosa islamica italiana)che ha voluto parlarci della sua religione e dei fatti che hanno recentemente colpito l’attenzione di tutti.

Ciao Umberto,essendo tu nato e vivendo ancora oggi in un paese prevalentemente cristiano,

Puoi dirci,secondo la tua opinione,quali sono le principali differenze tra la religione islamica e quella cattolica?

Cristianesimo ed Islam sono entrambe religioni monoteiste che provengono da Abramo,ma ci sono chiaramente delle differenze.

La religione islamica crede nello stesso dio di quella cristiana ma si ricollega ad un altro profeta,ovverosia Muhammad(Maometto). La figura di Gesù è presente nella religione islamica come riferimento cristiano,esso infatti viene associato allo spirito divino.

La principale differenza,però,è la totale assenza di clero nella religione islamica,comportando quindi la mancanza di una organizzazione ufficiale a capo dei fedeli ma la divisione in due fazioni: Sciiti e sunniti.

Un altra grande differenza è rappresentata dal “Filioque“,infatti secondo i musulmani, Gesù era una figura vicina a dio ma non la sua incarnazione.

 

Quanto è difficile essere un giovane religioso nella civiltà moderna?

La religione,nella società moderna,non è tra le principali attrazioni delle nuove generazioni per vari motivi. Penso che la religione debba essere separata dalla politica. In Europa forse il modello francese può essere un esempio,però il mettere le religioni sullo stesso piano di organizzazioni sociali forse non è adeguato oltre che irrispettoso.

I ragazzi di varie fedi si incontrano e discutono con una freschezza giovanile importantissima,aldilà di pregiudizi e mantenendo lontano discorsi politici. Il rispetto è la vera chiave!

È sempre più evidente che si stia diffondendo una paura del diverso e che la nostra società inizi a pensare che la soluzione migliore sia la chiusura totale,vedi Brexit o ancor peggio Trump. Come credi si possa fare per eliminare il timore nei confronti di una diversa religione?

La soluzione per l’integrazione è l’educazione o semplicemente la conoscenza dell’altro e capire che quest ultimo non è tanto differente da noi. Le divisioni non sono mai state una soluzione per il problema,ma solo una presa di tempo da parte dell’uomo che,essendo di natura orgoglioso,non impara mai dagli errori fatti nel corso della storia e che tendono a ripresentarsi nel tempo.

La sicurezza,poi,va certamente preservata e vanno prese delle precauzioni ma senza generalizzare perché, per esempio,se l’America vietasse l’ingresso nel suo paese a tutti gli italiani perché creduti tutti mafiosi, il resto della popolazione che non appartiene a questa definizione sarebbe punita ingiustamente. Come ultima cosa, è possibile che ci sia ancora gente che non capisce che questa legge emanata da Trump,non è stata fatta per motivi di sicurezza ma solo per interessi politici ed economici?

Dopo l’elezione andava fatto qualcosa nell’immediato e non è un caso che paesi che non hanno più accordi economici con l’America,di punto in bianco,non siano più ben visti.

A tuo parere,la traduzione in italiano del Corano potrebbe essere un aiuto per l’integrazione in Italia?

La traduzione del corano  è stata effettuata in moltissime lingue, anche in italiano,permettendo cosi ai curiosi di informarsi e capire i principi fondanti islamici. In realtà,anche ai musulmani italiani può essere un aiuto e uno strumento per approfondire la propria fede aldilà del linguaggio sacro dell’arabo coranico. Il problema però non è l’arabo ma la sbagliata interpretazione dei versetti e quindi,nuovamente,la strumentalizzazione.

Secondo la tua opinione,in Italia,a causa di questi attentati,è cresciuto il razzismo nei confronti dei musulmani?

Il contesto italiano è particolare rispetto ad altre realtà internazionali,diciamo che può considerarsi un punto d’incontro tra le diverse religioni per difendere la propria identità.

La paura è un sentimento comprensibile dopo aver sentito gli avvenimenti accaduti in altri paesi vicini,ma veri e propri problemi di razzismo non si sono verificati.

Il vero problema è la grande indifferenza  che esiste nella società  e nelle grandi istituzioni che non vogliono prendere una posizione in difesa dell’islam.

L’Italia,purtroppo,è uno dei pochi paesi che ancora non riconosce l’Islam come realtà ed a causa di ciò anche se la comunità islamica volesse rispondere ad accuse non avrebbe lo stesso peso.

Per fortuna però sono stati fatti passi avanti e,sicuramente,né verrano fatti ulteriori.

Cosa ne pensa delle persone che,usando la loro religione come motivazione,decidono di compiere atti terroristici?

Le persone che usano la loro religione come strumento per fini personali ci sono sempre state ed ora la cosa viene solamente strumentalizzata. Nel caso dell’islam le prime vittime sono i musulmani stessi; sia ideologicamente,poiché vengono discriminati e presi di mira, ma anche numericamente,infatti negli ultimi due anni, il 90% delle vittime dell’isis sono musulmani che si ribellavano al regime di terrorismo che nulla ha a che vedere con l’Islam e la religione. La soluzione può essere l’unità sociale con la quale si può combattere l’ignoranza ed i pregiudizi che riguardano l’Islam.

 

Di Alessandro Marzano