di Orrù Walter, Claudia Manunza e Riccardo Scarpaci
Roma, 7 febbraio 2017, giornata nazionale contro il Cyberbullismo. Non ci spieghiamo il perché siamo qui, né perché siamo stati scelti a rappresentare la Sardegna. Ma ci troviamo il 5 in questa meravigliosa città che non ci accoglie splendidamente: pioggia a bagnarci il cappuccio dei giacconi, che riga gli occhiali e fradicia le scarpe.
Ma il 6 cominciamo a capire: da una parte i docenti a sentire Brunella Greco rappresentante di Save the Children, sulle opportunità e i rischi digitali sui pericoli del Cyberbullismo; noi ragazzi con Marta Nicoletti, dell’Agenzia DIRE, un’agenzia di stampa il cui acronimo significa Documenti, Informazioni, Resoconti).
Ci vengono spiegati, dapprima gli obbiettivi del convegno che sinteticamente potremo indicare con:
- creazione di gruppi redazionali formato da studenti di tutte le regioni;
- formazione e peer generation il cui scopo è comunicare i temi del progetto Generazioni Connesse, che si occupa dell’uso consapevole e sicuro delle tecnologie di internet e tecnologie digitali;
- produzione redazionale per sensibilizzare la comunità scolastica verso le tematiche del progetto, realizzando prodotti che ci vedano protagonisti in quanto ambasciatori della partecipazione attiva;
- partecipazione agli eventi online e offline dello Youth Panel del Safer Internet Center.
Subito dopo vengono dati a noi studenti braccialetti colorati (notiamo sin dall’inizio il loro non gradevole odore…) e attraverso il colore di ciascuno di essi, ci vengono affidati i compiti da svolgere il 7 quando, nello spazio eventi dell’ex Caserma Guido Reni si aprirà la vera e propria giornata d’incontri sia con le scolaresche che con le varie autorità.
Quando arriviamo nello spazio dell’ex Caserma veniamo sin da subito investiti da una marea di bambini e ragazzi: molti di loro, infatti, sono delle scuole primarie. Sembra che l’attenzione degli organizzatori sia rivolta soprattutto verso le giovanissime generazioni (elementari e medie) dove il cyberbullismo può mietere molte vittime. Veniamo divisi in gruppi, ognuno con il proprio braccialetto e ci dividiamo in diverse attività redazionali: interviste, cogliere e registrare i momenti salienti nel palco e nell’attività social che consisteva nell’utilizzo dei social network (in particolare instagram e twitter) , nei quali i ragazzi partecipanti dovevano condividere foto dell’evento, anche di gruppo, nei loro profili instagram o twitter , utilizzando gli hashtag, #sid2017#unnodoblu in particolare, per poi taggare i profili del M.I.U.R. e di Generazioni Connesse nei social network utilizzati in modo da far conoscere e condividere l’evento e le attività svolte durante questa giornata.
Mentre noi lavoravamo nel palco il presentatore Pablo Trincia, alternava nel palco, momenti con i più piccoli spettatori, sensibilizzandoli sul problema del Cyberbullismo, intervistando un padre ed una ragazza che hanno mostrato gli effetti nefasti che un gesto, nato spesso sotto forma di scherzo possa tramutarsi poi in vera violenza verso qualcuno, e l’intervento infine della Senatrice Elena Ferrara, prima firmataria del provvedimento del ddl 3139 per la tutela dei minori a prevenzione ed il contrasto al cyberbullismo (ora alla terza lettura) e della Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli che si è soffermata sull’importanza dell’educazione nel combattere tale fenomeno.
Tuttavia quello che maggiormente ha colpito noi ragazzi (soprattutto la componente femminile) è il sexting, nuova forma di violenza contro le ragazze: basta poco, fare una foto un po’ più intima con il proprio ragazzo, fidandosi di lui, per trovarsi poi marchiata a vita con la nomea di poco di buono: alcuni di questi episodi sono terminati col suicido.
L’esperienza per noi è stata esaltante, come esaltante è stata la città che chi ha accolto ed i compagni. Con molti di loro è nata un’amicizia e la possibilità di scambiare esperienze e tutto ciò che di bello piace donarci.