Cyberbullismo: sempre più attuale, sempre più pericoloso

di Nicola Elia Santandrea

Il 7 febbraio, è stata la giornata mondiale della sicurezza in rete. L’iniziativa, che ha toccato anche l’Italia, ha avuto come tematica prevalente il cyberbullismo.

Per cyberbullismo s’intende qualunque attività di bullismo perpetuata sul web. Nel codice penale Italiano non vi è, ad oggi, una legge espressamente contro, anche se quella proposta in Parlamento è già in terza lettura ed è in via d’approvazione. Chi dovesse compiere attualmente reati di Cyberbullismo viene comunque perseguito penalmente in quanto prevede altri reati.

Secondo dati raccolti da Microsoft in 14 paesi del mondo circa il 60% dei giovani ha avuto a che fare con tale fenomeno. Se confrontiamo questo dato con le 235 denunce per cyberbullismo effettuate nel nostro paese in un anno, si può notare una discrepanza tra i due dati. Pur essendo vero che non tutti i casi presentano gravità sufficiente per effettuare una denuncia, non tutti casi vengono denunciati, perché si è comunque restii a richiedere un aiuto esterno.

Una cosa di cui spesso i giovani non si rendono conto è che il confine tra scherzo e cyberbullismo è molto sottile. Spesso, infatti, non ci si accorge di esagerare, specialmente quando ci si trova di fronte a mezzi quali i social network. È anche vero, però, che alcune persone, pur essendo consapevoli delle loro azioni, insistono nell’eseguirle, diventando così dei cyberbulli. Essi fanno spesso affidamento sulla barriera dell’anonimato, fornita da alcuni siti, e si illudono che le loro attività rimarranno nell’ombra. Tutto ciò è un illusione perché dal momento in cui viene effettuata una denuncia, e dunque viene avviato un processo penale, si può sempre risalire alla fonte del messaggio.

Questo fenomeno è sempre più diffuso in Italia dove assume determinate caratteristiche, infatti si può manifestare in diverse forme e con diverse sfaccettature. Per certi versi possiamo affermare che segue una sorta di tendenza.

Su questo tema abbiamo chiesto alcune informazioni riguardanti la Sardegna.

Fonti interne alla polizia postale, ovvero quel ramo della polizia che si occupa non solo del cyberbullismo ma di tutti i reati legati al web, affermano che l’isola non è poi tanto diversa rispetto alle altre regioni d’Italia, a causa appunto dei numerosi mezzi di comunicazione che portano le tendenze del continente anche sull’isola. Si è però riscontrata una differenza tra la città e i paesi, legata non tanto alla distanza, ma più che altro al numero di abitanti, poiché nei paesi a bassa densità abitativa vi sono delle problematiche maggiori legate alla diffusione delle notizie.

Ci si chiede come poter intervenire.

Sicuramente chiedendo, se la situazione dovesse diventare troppo grande per essere gestita nell’individualità, aiuto ad altre persone e valutare un intervento delle forze dell’ordine, non avendo paura di chiamarle in causa.

Ma sarebbe molto più efficace se l’iniziativa partisse dai giovani. Noi tutti dovremmo creare un muro tra vittima e carnefice. Come muro dovremmo essere forti, solidi, inamovibili e creare un rifugio per proteggere chi ha bisogno di aiuto