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Berdini si dimette, il destino dello Stadio di Tor di Valle

Roma- Dopo le dimissioni presentate il 14 febbraio da Paolo Berdini, Assessore dell’Urbanistica della Giunta Comunale Raggi, sembra che non si frapponga più alcun ostacolo alla realizzazione del progetto di costruzione dello Stadio di Tor di Valle della A.S. Roma. Martedì scorso, infatti, al tavolo tecnico riunitosi in Campidoglio, è stata raggiunta una nuova intesa, decisiva per l’approvazione del progetto, da deliberare entro il 3 marzo.
Al termine della riunione, il vicesindaco Bergamo ha dichiarato che la Roma ha presentato “una revisione del progetto dai caratteri fortemente innovativi”, che sarà valutata e discussa alla riunione fissata per la prossima settimana. Mentre lo scenario di una Roma con un nuovo e imponente impianto sportivo appare farsi più concreta, gli imprenditori edilizi coinvolti e i tifosi giallorossi tirano un sospiro di sollievo.
La scelta di Berdini, da sempre convinto oppositore del progetto, non deve quindi stupire, soprattutto dopo le recenti dichiarazioni poco lusinghiere riguardo a Virginia Raggi, dalle quali emerge chiaramente la sua irremovibile posizione sulla questione dello Stadio e la delusione per la direzione intrapresa dalla Giunta, incoerente rispetto a quella annunciata durante la campagna elettorale. Definitolo uno “scempio”, l’ex assessore non si accontenta di una semplice riduzione del numero delle cubature dell’intero complesso edilizio, soluzione per la quale sembra propendere attualmente il sindaco.
Una forte voce di dissenso nasce anche dal Comitato Difendiamo Tor di Valle dal Cemento, che negli ultimi due anni si è battuto strenuamente con lo scopo di informare la cittadinanza sulle devastanti conseguenze cui avrebbe portato la costruzione di un immenso Business Park (quasi un milione di metri cubi) nei terreni limitrofi allo stadio e di impedire l’approvazione del progetto di un magnate del settore edilizio, Luca Parnasi. “Riteniamo con le nostre scarse forze di aver fatto il possibile”, dichiara Massimo Sabbatini, membro del Comitato sin dalla sua fondazione, nel dicembre 2014; “Che fare? E’ una domanda che ci poniamo tutti i giorni. C’è da rifare la democrazia. Noi ci saremo e tenteremo anche la via legale.” Venerdì 10 febbraio il Comitato ha organizzato un flash mob davanti al Campidoglio, sventolando striscioni dallo slogan ‘Cemento + mattone = devastazione. Che c’entra col pallone?’ e ha intenzione di tentare un sit-in sotto la Regione nei prossimi giorni, anche se la data è ancora da definire. I motivi di maggiore preoccupazione sono la speculazione edilizia cui darà adito la costruzione del Business Park, l’ingente rischio d’inondazione del quartiere di Decima in occasione delle piene del Tevere, nonché l’ulteriore compromissione del già poco efficiente sistema dei trasporti pubblici.
La lotta del Comitato Difendiamo Tor di Valle dal Cemento ebbe inizio poco più di due anni fa, quando una trentina di cittadini romani del IX municipio, autofinanziandosi, distribuirono volantini davanti a parrocchie e supermercati e in un mese raccolsero ben 3000 firme per una petizione da presentare al sindaco Marino. Da allora di strada ne è stata fatta tanta, e con molti sacrifici il Comitato era riuscito a ottenere una lunga serie di importanti successi, culminante con la proposta di risoluzione 27/16 del Municipio IX, che esortava il Comune, nel dicembre scorso, a ridimensionare il progetto. La A.S. Roma, però, nonostante non vi siano i presupposti legali, ha recentemente minacciato di chiedere al Comune un gravoso risarcimento in caso d’inattuazione del progetto, che la Capitale non è in condizioni di poter pagare. Da quando il sindaco Raggi sembra essere tornata sui suoi passi, i progressi del Comitato hanno subito una repentina battuta d’arresto.

di Camilla Montalto