La leggenda del Carnevale

Un bel giorno, Ele l’elefantino, Lala la farfalla, Scimmi la scimmietta, partirono per esplorare un bosco, per un compito della scuola di Zirzolla, una città molto colorata dove vivevano.
Ognuno aveva il suo zainetto, con dentro: due panini, alcune bottiglie d’acqua, un sacco a pelo e un accendino.
Arrivata la notte, trovarono un bel posto dove posizionare i loro sacchi a pelo e accendere un bel fuoco, così da poter dormire al caldo.
Si addormentarono.
Al mattino, continuarono la loro esplorazione, finchè non trovarono degli uccelli sospetti, che Ele riconobbe subito, ma fece finta di niente.
Gli uccelli avevano la testa a forma di meringa.
Passato del tempo, diventarono sempre più e allora ricordò a tutti della leggenda di Rubin e Rabin, che nessuno conosceva.
Rubin e Rabin erano maschere veneziane, che conoscevano un segreto mai svelato.
Amavano molto le meringhe, perciò si circondavano da uccelli porta meringhe.
Dopo pochi passi e molta attenzione, trovarono il castello Roman, dove secondo la leggenda vivono Rubin e Rabin.
Nel vialetto per entrare dal portone, dall’aspetto pauroso c’erano degli scheletri truccati da pagliacci che avevano in mano fucili che sparavano caramelle dolcissime, ma Lala, notò un passaggio sotterraneo e così riuscirono ad entrare.
subito entrati, si trovarono davanti dei mandarini tutti macchiati da un sacco di colori e pieni di succo, armati di spade giocattolo molto appuntite.
Scimmi ne rubò una, fece dei buchi nei loro corpi, i succo uscì tutto e morirono.
Dietro a questo disastro, si trovarono davanti una porta con scritto “Carnevale”.
Aprirono la porta e trovarono Rubin e Rabin che giocavano con una palla trasparente.
Ele, Lala, Scimmi parlarono con loro e chiesero che cos’era il Carnevale.
Rubin e Rabin dissero che era una festa in maschera, periodo dove ognuno può sentirsi quelcun’altro.
Portarono notizia al popolo e così nacque il Carnevale.
Greta, classe 4B, plesso E. Loi, I.C.Via Bravetta Roma