Maturità 2018: basterà la media del sei

 

Dal 2018 la maturità nelle scuole italiane cambierà: la terza prova sarà abolita, non sarà più necessario avere la sufficienza in tutte le materie, bensì solo la media del sei.

Il Miur, il 14 gennaio 2018, in un comunicato stampa ha affermato che la terza prova sarà abolita in favore dell’istituzione di prove invalsi di inglese, matematica, italiano, le quali non influiranno sul voto finale e saranno svolte in un periodo diverso rispetto all’esame.

Il colloquio orale, all’interno del quale, fino ad ora, si esponeva la tesina, verrà sostituito dall’esposizione di quanto si è fatto durante l’alternanza scuola lavoro con conseguente punteggio, di massimo 20 punti, in relazione al raggiungimento delle competenze richieste.

Ma questi non saranno gli unici stravolgimenti: cambieranno i punteggi di valutazione attraverso cui giungere al voto finale, poiché i crediti scolastici non saranno più 25 ma 40 e, per gli scritti, il massimo non sarà 15 bensì 20; anche il colloquio avrà un massimo di 20 punti.

Rimarranno invariate le commissioni formate da tre membri esterni e tre interni, più il presidente di commissione che sarà esterno. La ministra dell’Istruzione Fedeli sostiene che non esista niente di certo poiché si aspetta l’approvazione del Parlamento.

Ma l’aspetto più eclatante è che basterà avere la media del sei per essere ammessi all’esame e non la sufficienza in tutte le materie.

La domanda che sorge spontanea è: cosa ne pensano gli studenti di tutto ciò?

Uno studente del Liceo classico Francesco Vivona di Roma afferma: “La riforma non ha alcun senso se non quello di ridurre la preparazione degli studenti stessi, poiché non è pensabile ammettere alla maturità con la sola media del sei. Se l’obiettivo è quello di diffondere l’ignoranza, allora la strada è quella giusta. Gli studenti dovrebbero essere il futuro su cui puntare, non una massa di persone senza capacità critica”.

Illuminante in tal senso potrebbe essere un pensiero espresso dal Renzo Piano, uno dei più stimati architetti a livello mondiale, il quale, in un’intervista andata in onda su rai 3 il 28gennaio 2011 sostiene, a proposito dell’importanza della cultura che: “Noi italiani siamo come dei nani sulle spalle di un gigante. Il gigante è la cultura: una cultura antica che ci ha regalato una straordinaria, invisibile capacità di cogliere la complessità delle cose, articolare i ragionamenti, tessere arte e scienza insieme; questo è un capitale enorme”.

In conclusione si può evincere sia che le problematiche scolastiche non sono risolte tenendo in considerazione le reali esigenze di allievi e docenti, e sia che la cultura, tratto distintivo della nostra italianità, non dovrebbe essere screditata bensì esaltata.

di Serena Cassano