• Home
  • Blog
  • Articoli
  • “Un immigrato è qualcuno che non ha perso niente, perché lì dove viveva non aveva niente”

“Un immigrato è qualcuno che non ha perso niente, perché lì dove viveva non aveva niente”

di Silvio Valentino  LICEO SCIENTIFICO ISISS A.GIORDANO – VENAFRO (IS)

Fra i tanti temi d’attualità, quello dell’immigrazione è senza dubbio il più scottante. La globalizzazione dell’economia, lo sviluppo delle comunicazioni e dei trasporti ma soprattutto le continue e strazianti guerre hanno consentito migrazioni di popolazioni così consistenti, quali mai si erano verificate nella storia dell’uomo. Un’analisi serena e spassionata del fenomeno immigrazione appare in Italia lontana dal realizzarsi. L’accettazione del diverso, di chi proviene da altre culture, di chi è povero e soffre la fame, è fuori discussione. La solidarietà, la tolleranza, l’uguaglianza sono valori riconosciuti da tutte le democrazie evolute. Ciò non toglie che anche la sicurezza sia un valore molto sentito dalla totalità dei cittadini. E sarebbe arduo negare che l’immigrazione abbia contribuito a incrementare la criminalità e i loschi traffici della malavita. L’immigrazione ha lati positivi e negativi, per cui c’è chi pensa che lo Stato abbia l’obbligo di controllare e negare gli accessi, chi invece è favorevole all’apertura libera delle frontiere. Tutti questi problemi nascono dalla paura degli italiani delle migrazioni, non perché siano ostili alle persone dei migranti, ma perché vedono che l’emergenza è gestita male, e soprattutto non ne vedono la fine.