se il problema non ci colpisce…

Se il problema non ci colpisce, non esiste.
Volevo sottoporre alla vostra attenzione un problema, secondo il mio punto di vista, che rende, agli occhi dell’umanità, il nostro paese incivile: la poca attenzione verso i diritti e la qualità della vita delle persona diversamente abili, sia temporanea che permanenti.
L’OMS definisce stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia, un diritto e come tale si pone alla base di tutti gli altri diritti fondamentali che spettano alle persone.
La Costituzione Italiana sancisce alcuni principi che sono il cardine di tutto l’impianto legislativo ed è proprio da li che vorrei partire.

ART. 2
“La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.”

ART 3
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”

ART. 32
“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.”
Questi sono solo un paio di articoli della Costituzione che rimarcano la tutela delle persone poco abili, un argomento molto trattato in tutta europea, oserei dire uno degli argomenti centrali.
Vorrei mettere l’accento su l’art. 10 della Convenzione Europei dei Diritti dell’Uomo, che afferma il diritto alla vita delle persone disabili: “Gli Stati Parti riaffermano che il diritto alla vita è connaturato alla persona umana ed adottano tutte le misure necessarie a garantire l’effettivo godimento di tale diritto da parte delle persone con disabilità […]”.
Tale diritto deve essere difeso in ogni istante della vita, dal concepimento alla morte, perché la disabilità è un’esperienza umana che siamo chiamati a rispettare e a conoscere.
Negli ultimi anni, soprattutto con l’arrivo di nuove tecnologie, sono state abbattute numerose barriere riducendo il grado di disabilità, qualunque fosse il suo genere.
Lo stato Italiano per garantire questo diritto ha creato il Nomenclatore Tariffario, documento emanato e periodicamente aggiornato dal Ministero della Salute che stabilisce la tipologia e le modalità di fornitura di protesi e ausili a carico del Servizio Sanitario Nazionale.
Ora, poniamo l’attenzione sulla frase “periodicamente aggiornato”, il Nomenclatore secondo la definizione dovrebbe essere aggiornato ogni 2 anni, continuamente, secondo voi, da quando non viene aggiornato?
Il Nomenclatore Tariffario attualmente in vigore è quello stabilito dal D.M. 332 del 27/8/1999, pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale del 27/9/1999, dal quel giorno non è mai stato più aggiornato, da ben 17 anni è rimasto invariato.
Il Nomenclatore ha 17 anni, facciamo l’esempio: noi siamo nati lo stesso anno del Nomenclatore (1999), abbiamo le stesse esigenze di 17 anni fa? No, abbiamo altre esigenze e così anche il Nomenclatore.
Le famiglie delle persone diversamente abili si trovano a dovere acquistare delle apparecchiature o degli attrezzi molto costosi,che sono indispensabili per affrontare la normale attività di vita quotidiana, tutto ciò accade per la mancanza di interesse dello Stato verso le persone non abili e le loro famiglie.
Lo stato, da una parte aiuta il disabile dall’altra invece non riesce a tutelare i suoi diritti.
Se lo Stato non riesce a tutelare il disabile, come può far rispettare i suoi diritti morali ad aziende privati o a noi stessi?
Vorrei citare un episodio accaduto poco tempo fa: “Ancona, Ryanair non imbarca la carrozzina. Elena, disabile, bloccata in aereoporto.”
Elena è una ragazza diversamente abile, che lotta per la sua indipendenza anche grazie alla sua carrozzina motorizzata, utilizza spesso voli aerei per gli spostamenti e non ha mai trovato difficoltà ad imbarcare la sua carrozzina.
La disinformazione del personale dello scalo, ha bloccato la carrozzina, perché secondo loro, le batterie contenevano acido non ammesso sull’aereo, problema e disagio risolto dopo tante ore e con il pagamento della spedizione (230 euro) da parte della ragazza, senza nessun rimborso.
Ma il problema è altrove, ho mostrato i disagi causati da parte dello stato e di compagnie private, ma i veri colpevoli siamo noi stessi, attraverso il silenzio e l’assenso verso questi comportamenti discriminatori, che colpiscono persone più deboli.
E se al posto loro ci foste voi?
A combattere da soli per un vostro diritto?

Disabilità non significa inabilità. Significa semplicemente adattabilità.

Alessandra Di Carlo, IV B Liceo Labriola