Come Pascoli docet…

Milioni di pagine bianche danzano attorno a me, cercano di calamitare quante più idee possibili che la mia mente, come una fucina, crea in continuazione. Mi sento come un fiore in primavera, che tramite il suo stesso polline lanciato nell’aria, richiama insetti e moscerini di ogni specie, attratti dai suoi colori variopinti. Le idee, però, nascono così, nude, scarne, non rifinite: devono essere, poi, sottoposte al  labor lime di una mano più esperta, con alle dita, i calli dell’età, dell’esperienza, della fatica dello scrivere! Non “partoriamo” concetti preconfezionati compatibili con ogni mente; le nostre, non sono conoscenze da tenere isolate in compartimenti stagno: siamo vivi e, dentro di noi, le nostre idee vanno coltivate affinché crescano, si arricchiscano e diventino le nostra fondamenta, le nostre certezze di orientamento nella vita. Siamo in continua evoluzione: ciò che accade oggi non sarà lo stesso di ciò che è stato ieri o che sarà domani. Vivremo sensazioni nuove, le stesse che, quale “elettrocardiogramma pulsante”, ci rendono vivi, attivi e partecipi della metamorfosi dell’esistenza, del mondo che ci circonda. Non si ci può abbandonare a se stessi, gettare la spugna, pretendere, illusoriamente, di afferrare tutte le verità e condannarsi, così, ad una vita monotona, spenta, inerte, inane, non latrice di frutti!
Come Pascoli docet, dobbiamo riuscire a “partorire” in continuazione quella parte infantile di noi, che ancora si sa stupire, si pone  domande, ne cerca le risposte e non si arrende mai, ma al contrario, ogni attimo, resta sbalordita coll’intrattenersi in soliloqui, che esorcizzano la paralisi del pensiero, dei neuroni, della sinapsi! Siamo un fiore, che se coltivato con tenacia e perseveranza, si potrà irrobustire, trasformandosi in una pianta idonea a generare altri fiori e dare copiosi frutti senza fine. Basta crederci davvero e non smettere mai di stupirsi, trattenendo e accarezzando  “il fanciullino”, che ci abita dentro !  

Orazio Pucci IV B Liceo Scientifico – Istituto “G. Carducci” – Comiso (RG)