Il web popolato da bufale, un attacco al giornalismo

Come tutti ben sappiamo Internet è conosciuto in tutto il mondo, tutti lo utilizziamo, chi per chattare, chi per ricercare informazioni, chi per giocare, chi per lavorare e, grazie ai social network, per fare amicizia con persone che vivono dall’altra parte del mondo.

Web, dall’inglese, significa ragnatela e noi sembriamo come tanti insetti  caduti in questa immensa ragnatela e uscirne è ormai impossibile. È  una finestra sul mondo alla quale ci piace affacciarci e con un solo click avere a portata di mano tutte le notizie in tempo reale.

Ma siamo sicuri che tutte le notizie pubblicate in  Internet siano aderenti alla realtà e non delle bufale? Come facciamo a distinguere una notizia reale da una fasulla?

Sempre più frequentemente in Internet ci imbattiamo in informazioni o notizie create ad arte, talvolta così verosimili da trarci facilmente in inganno. Riconoscerle non è sempre così semplice a meno che  non si tratti di notizie riportate da noti siti di bufale come Lercio o Il Quotidaino.

Per ogni notizia vera e verificata se ne producono decine false. Le bufale vengono solitamente pubblicate su un sito e rilanciate sui social network e spesso hanno l’apparenza di notizie diffuse da una vera testata giornalistica.

Le bufale pubblicate diventano subito virali perché suscitano scalpore, rabbia o paura: chi legge è indotto a diffonderle, convinto in buona fede di rendere un servizio di informazione ai propri contatti.

Le bufale colpiscono i più deboli, coloro non hanno gli strumenti culturali per verificare la veridicità di certe notizie.

Ma come si difende la gente dalle bufale? Spinti dalla curiosità, ci siamo armati di microfono e registratore e siamo andati in giro per Isernia a chiederlo alle persone che accettavano di farsi intervistare. Le domande che abbiamo rivolto loro sono state: Crede a tutte le notizie pubblicate in rete? Come fa a capire se si tratta di una bufala? Abbiamo raccolto tutte le risposte ed abbiamo elaborato dei diagrammi a torta calcolando la percentuale. Alla prima domanda il 40% ha risposto NO, il 27% ha risposto SÌ e il restante 33% ha affermato di crederci in parte. Alla seconda domanda il 47% degli intervistati ha dichiarato di avere l’abitudine di verificare la fonte, il 27% controlla che la notizia sia trasmessa anche dal telegiornale, il 20% capisce se si tratta di bufala o meno dall’argomento che viene trattato e il restante 7% chiede agli amici. In classe da un’analisi attenta dei risultati è emerso che c’è troppa facilità a credere ad ogni cosa venga pubblicata sul web. Ci sono sembrate troppo basse le percentuali di coloro che appaiono più avveduti e in grado di distinguere le bufale dalle notizie reali. Tutto ciò crea un grosso danno al giornalismo serio oltre che all’Italia tutta, soprattutto quando vengono divulgate bufale tese ad accendere la rabbia verso intere etnie.

Nicole Castrataro classe II I