di Luca Scardino e Antonella Papa (ISISS A. Giordano, Venafro)
Si chiama Shaboo ed è una mentafetamina, prodotto chimico di sintesi. È la nuova droga che inquieta gli investigatori di Milano e ovviamente ancora di più le famiglie. Dall’inizio di quest’anno i sequestri di questa sostanza micidiale si sono impennati: ben sette dal primo gennaio, quando sono stati sorpresi spacciatori con ben 60 grammi di shaboo. L’ultimo episodio la notte di martedì, quando alle Colonne di San Lorenzo, epicentro della movida milanese, sono stati arrestati tre cinesi.
Non si tratta di una nuova droga sintetica, in quanto è stata prodotta per la prima volta in Giappone alla fine dell’800 e si è poi diffusa rapidamente in Thailandia e nelle Filippine. È una sostanza che ha l’aspetto innocuo del sale grosso, ma è la forma più pura della menfatemina. Molto più potente della coca, è stata introdotta a Milano all’inizio nella comunità filippina, poi il mercato è passato soprattutto in mano cinesi. Lo shaboo dà immediata dipendenza, soprattutto per i ragazzi alle prime armi, sfigura il volto e provoca danni gravissime alle cellule cerebrali. È stata ribattezzata “droga etnica”, in quanto ha trovato la sua prima diffusione nei paesi più poveri e sottosviluppati, per la sua capacità di stimolazione della dopamina permette di affrontare, meno faticosamente, tante ore di lavoro, provocando però uno sfinimento totale. Per di più la sensazione di piacere data dallo shaboo, grazie appunto al rilascio di dopamina nel cervello, oltre a creare una forte dipendenza, alla lunga provoca comportamenti violenti, ansia, confusione, insonnia, paranoia e disturbi della personalità.
La produzione di droghe è sempre più innovativa e allo stesso tempo comporta devastanti conseguenze, non solo perché si diffonde in modo pervasivo e trasversale, ma anche perché le nuove sostanze stupefacenti dimostrano effetti potenti sull’organismo, distruggendolo inesorabilmente.