Integrazione e accoglienza in una scuola moderna.

Di Giuseppe Ferri (ISISS A: Giordano, Venafro). Quest’anno l’istituto superiore Antonio Giordano di Venafro ha accolto tra i propri studenti Luigi Cantile, un ragazzo affetto dalla sindrome dello spettro autistico. Si tratta di una patologia caratterizzata da una compromissione grave e generalizzata in due aree dello sviluppo: quella delle capacità di comunicazione e interazione sociale e quella nell’area degli interessi e delle attività. Molte sono le difficoltà che la famiglia ha dovuto affrontare nelle relazioni sociali del proprio figlio durante la sua crescita e nel rapporto con gli istituti scolastici che ha frequentato in passato. Noi studenti abbiamo intervistato la madre del ragazzo, la signora Flora,  per conoscere qualcosa in più sulla condizione del figlio Luigi e sull’esperienza integrativa nel nostro istituto. La signora Cantile ci ha  manifestato il suo timore , prima dell’inizio dell’ anno scolastico ,nel dover inserire suo figlio in un ambiente nuovo, in particolar modo nell’approccio con gli altri alunni della classe : preoccupazioni subito superate grazie al metodo e agli strumenti adottati dagli insegnati per il programma di inserimento. Le tecniche A.B.A. (Analisi applicata del comportamento) e C.A.A (Comunicazione aumentativa e alternativa), utilizzate dai docenti del nostro istituto, hanno prodotto notevoli miglioramenti a livello psicologico nel ragazzo sin dal primo giorno di scuola. Luigi, infatti, ha dato buona risposta agli stimoli proposti grazie all’attuazione di questa nuova metodologia. Si è dimostrato un ragazzo dalle innumerevoli qualità, in grado di esprimere con i suoi gesti e nei suoi tempi la volontà di superare quei limiti che talvolta la malattia gli impone. Per noi  Luigi è un compagno speciale, con il quale siamo felici di condividere da Settembre la nostra esperienza scolastica. Ci ha insegnato a dare un’importanza diversa alle cose che possono sembrarci scontate ma che per un ragazzo come lui non lo sono affatto, ad esempio uno sguardo, una carezza o un sorriso. A fine intervista la madre ci ha espresso la sua gratitudine per l’interesse che il nostro Istituto ha avuto per Luigi ed in particolar modo per avergli garantito un ambiente sereno. La scuola in questo modo ha voluto far passare l’idea che la diversità è ricchezza e che non c’è soddisfazione più grande per un insegnante se non quella di far si che ogni giorno un suo studente possa sentirsi accettato e  possa  esprimersi al meglio.