Terrorismo

Negli attacchi del 13 novembre, 352 persone sono rimaste ferite. 99 sono gravissime. Uno dei jihadisti che ha ucciso fuori dallo stadio voleva colpire al suo interno, ma è stato bloccato e si è fatto esplodere. “Gli aggressori al Bataclan hanno evocato Iraq e Siria”. Almeno cinque arresti in Belgio: “Uno ieri sera a Parigi”.

Negli utlimi anni il mondo intero è precipitato in un clima di sgomento e terrore per una serie di attacchi terroristici: i principali in Europa sono l’attentato a Charlie Hebdo, gli attentati di Parigi del 13 novembre 2015, gli attacchi a Bruxelles di marzo 2016 e la strage di Nizza del 14 luglio 2016, ma ci sono tanti altri attacchi che sono stati sferrati in Iraq, in Afghanistan, in Siria, in Turchia e a Giacarta. La sera del 19 dicembre, poi, un camion si è schiantato contro un mercatino di Natale a Berlino, causando 12 morti e almeno 48 feriti. Già dopo gli attacchi di novembre 2015 l’allerta in tutta Europa si era alzata, ma i nuovi casi hanno confermato ciò che i vertici dei servizi segreti avevano comunicato già da tempo, cioè che – nonostante la prevenzione – nessuno Stato puo’ dirsi sicuro al 100% difronte a episodi di questo tipo. Il terrorismo, dunque, è un tema che ritroviamo sempre più spesso all’interno dei confini europei e con il quale siamo costretti a confrontarci. Proprio per questo motivo, e considerando quanto tutto ciò influisce sulle nostre vite, la politica dei Governi, lo stato d’animo delle persone.

di Nicoló Monterotondo