Il Voto di scambio

In questo periodo, a scuola, stiamo studiando le modalità di voto durante le elezioni politiche ed amministrative.

Tra le varie situazioni, ho deciso di approfondire la piaga sociale che, nel nostro Paese (ma anche in altri), si definisce “voto di scambio”.

Il voto di scambio è il voto dato da un elettore, ma non motivato da scelte politiche frutto di riflessioni, bensì corrotto da qualche favore  ricevuto da parte di chi si candida. Dunque è un voto dato ad un partito o ad un politico in cambio di qualcosa.

Ci sono due possibili tipologie di voto di scambio:

Il voto di scambio “legale”  avviene quando un cittadino vede soddisfatta una propria richiesta legittima in cambio del voto. Per esempio, il candidato si prodiga ad esaudire un bisogno,  per “ripagare” del voto ricevuto o che riceverà.

Il voto di scambio “illegale” avviene quando un candidato, in cambio del voto, offre al cittadino un favore illecito oppure del denaro.

In entrambi i casi si tratta di  una pratica vietata.

La forma più grave di “voto di scambio” è quella effettuata da organizzazioni criminali che, nel corso delle elezioni, fanno pressione sulla popolazione per far confluire i voti su una determinata parte politica che, una volta eletta, favorirà, con leggi o con la concessione di appalti per la costruzione di opere pubbliche, lo sviluppo delle attività imprenditoriali della mafia.

Questa pratica deleteria ha avuto inizio nel XX secolo,  alla fine degli anni Cinquanta, quando il fenomeno mafioso si è radicato nel settore delle costruzioni e della finanza internazionale. Come fanno i mafiosi ad accertarsi che si voti come essi ordinano? Danno una scheda già votata ed esigono in cambio  quella bianca, prelevata al seggio!

Ho intervistato un po’ di persone adulte sull’argomento e quello che mi ha colpito di più è la loro rassegnazione di fronte al fatto che, secondo molti, non si possono cambiare le cose, in quanto il nostro Paese, ridotto sul lastrico da una classe politica corrotta, ha reso la gente ricattabile.

 

Da grande non voglio rassegnarmi a questa cosa, voglio poter scegliere. Questo fatto mi spaventa,  è come vivere in una gabbia, dove sono gli altri a decidere se e quando aprire lo sportellino per lasciarti volare.

In questa nazione tante cose dovrebbero cambiare, la generazione dei miei genitori ci lascia un paese brutto e corrotto e spetta a noi, che siamo il futuro, cercare di cambiarlo.

Nel mio piccolo, cercherò di sfruttare il più possibile gli anni della scuola e della mia istruzione per crearmi delle mie idee personali, una mia coscienza politica e dei miei principi personali e non permetterò mai a nessuno di modificarli!!.

 

 

 

Camilla Petrino    Classe IA