Il carillon del mio desio

Piccoli, semplici e dilettevoli oggettini: BANALI !

I nostri eroi d’infanzia e ora…motivo di disprezzo, di derisione, di scarto!

Hanno vissuto con noi, da veri amici, pazienti e silenziosi.

Parte speciale della nostra vita, motivo di gelosia, di invidia e di prepotenza sugli altri.

Chissà cosa ci trovavano quei bambini trasparenti in quei giocattoli semplici, elementari, trasparenti anch’essi!

Esatto, trasparenza, come quella dei loro animi buoni e dei loro caratteri sinceri, ma al contempo maturi …la stessa che era radicata dentro loro la percezione, che insegnava che non si è diversi per quello che si mostra agli altri all’esterno. Non lo si è nemmeno per quello che si è internamente. Nessuno ama considerarsi diverso, tutti vorrebbero essere simili, compatibili, ma non esattamente uguali. La concezione di persone “in serie” farebbe dell’uomo un robot, senza personalità e senza quella sensazione di insostituibile singolarità. Mi accorgo che il termine robot non è, forse poi, proprio quello più appropriato, perciò scelgo di essere un giocattolo, un giocattolo rotto d’altri tempi. Vorrei che ci fosse una fabbrica di giocattoli rotti; una fabbrica i cui prodotti evidentemente difettosi venissero esposti accanto a quelli “sani” alla page. Lo farei solo per nutrire ancora quel briciolo di fiducia, che mi fa sperare che l’essere diversi non è poi un male, non è una scelta vezzosa, non è motivo di esibizionismo: è solo un qualcosa di inevitabile, che, però, agli occhi delle persone trasparenti non dovrebbe far differenza. Desideri essere un carillon, magari a forma di pianoforte perché ami da morire questo strumento e sogni di poter danzare sulle sue note da grande e di comporne, anche, di nuove . Non ti occorre avere un pubblico, basti tu stesso e la sensazione di libertà euforica che ciò ti infonde. Sarai, magari, una rondine, che con il suo volteggiare elegante e leggero nell’aria, irrompe prepotentemente nel background disegnato con arte da una mano invisibile nel cielo azzurro, caldo e terso di Sicilia!

Orazio Pucci IV B Liceo Scientifico – Istituto “G. Carducci” – Comiso (RG)