ORO BLU. LE GUERRE PER L’ACQUA

L’acqua è la principale fonte di vita per cui in passato si sono scatenate guerre   e altre se ne combattono oggi.

La prima vera guerra risale al 2500 a.C. e la causa fu la costruzione di canali di accesso all’acqua, che portò il re della città-stato di Lagash, situata tra il Tigri e l’Eufrate, a fare guerra alla vicina Umma.

In epoca moderna, invece, i maggiori conflitti per il controllo dei corsi d’acqua dei fiumi si verificano nelle seguenti zone:

Le acque contese sono quelle del Giordano e dei pozzi sotterranei della Cisgiordania dai quali dipendono l’agricoltura e l’industria israeliana. Solo il 3% del bacino del Giordano si trova nel territorio israeliano, ma Israele ne frutta il 60%. Questo portò nel 1967 alla Guerra sei giorni in cui Israele occupò le alture del Golan ottenendo le risorse di acqua dolce e il controllo sul mare di Galilea.

Il Nilo Azzurro e il Nilo Bianco sono stati motivo di tensione permanente tra Egitto, Etiopia e Sudan.

Nel 1979 l’Egitto finì la costruzione della diga di sbarramento di Assuan che determinò lo sfollamento di 100mila sudanesi e la conseguente tensione tra i due paesi. Successivamente l’esercito Sudanese bloccò la costruzione del Canale di Jongle, un progetto egizio-sudanese.

Negli anni Sessanta l’Egitto bloccò l’approvazione di un prestito per la costruzione di 29 dighe per uso idroelettrico e per l’irrigazione sul Nilo Azzurro per l’Etiopia.

Solo nel 1999 si è svolta in Tanzania  la conferenza che ha chiuso definitivamente i conflitti in quest’area.

Un altro gruppo di conflitti per il controllo dell’acqua si riscontra nella regione dell’Anatolia, dove Turchia, Iraq e Siria condividono il corso del Tigri e dell’Eufrate. Il conflitto tra l’esercito turco e i militanti curdi ha spinto nel 1989 il governo a minacciare la Siria di tagliare il rifornimento d’acqua se non avesse espulso dal suo territorio il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, che lottava per la nascita del Kurdistan, uno stato autonomo curdo. La Turchia nel 1990 ultima la costruzione della diga di Ataturuk che porta acqua nel sud della Turchia. Si teme che in futuro la portata dell’Eufrate in Iraq calerà dell’80%. In Iraq le strutture idriche hanno subito gravi danni in seguito all’occupazioni delle truppe statunitensi e britanniche.

RECENTEMENTE

– La Diga di Mosul è minacciata dall’Isis: attualmente un esercito multinazionale protegge la diga da possibili attacchi; in quest’area sono impegnati 450 soldati italiani che proteggono operai e tecnici che operano per conto della ditta italiana Trevi a cui sono stati affidati i lavori di consolidamento della diga.

– L’assedio di Baghdad da parte dello Stato Islamico è iniziato con la caduta delle cinque dighe lungo il corso dell’Eufrate in Siria dove l’ISIS ha tagliato i rifornimenti idrici alla città di Aleppo.

Conclusione

 Abbiamo imparato che oggi, come in passato, si combattono guerre per l’acqua; la situazione infatti  non è cambiata: dal punto di vista bellico il controllo dei fiumi è uno dei principali motivi che ha spinto i popoli ai conflitti nel corso della Storia. Inoltre con l’evolversi della società e  con le  diverse rivoluzioni tecnologiche ed industriali dei secoli passati, lo sfruttamento delle riserve di materie prime necessarie allo sviluppo dei paesi industrializzati ha alimentato  ed alimenta focolai di guerra in Asia, Africa e Medio Oriente determinando così la fuga dai propri Paesi di intere popolazioni, che per sfuggire alla morte, la sfidano, dirigendosi verso terre lontane e sconosciute dove sperano di poter vivere  dignitosamente e in  pace.

Le colonne umane, che vediamo nei servizi dei TG, attraversare i confini dei paesi europei, sono la prova che è l’istinto di sopravvivenza, oggi come ieri, a spingere milioni di persone alla ricerca di luoghi dove poter vivere meglio.

Sumeri, Assiri, Babilonesi, Accadi, Ittiti ed Ebrei non sono altro che i Siriani , i Nigeriani, i Somali, i Pakistani e  gli Afgani  di oggi: se l’innato istinto di sopravvivenza  un tempo  rese l’uomo nomade,  oggi  fa di lui un profugo.

Classe I B Informatica con la Prof.ssa Di Crescenzo Rina