Secoli fa gli Eschimesi e i Lapponi usavano filare il sottopelo dei propri cani per ottenere indumenti molto caldi, ma anche ora viene utilizzato questo materiale di scarto. In Italia è una pratica ancora poco conosciuta , esistono piccole attività in proprio. Il dubbio di molti è che la lana di cane puzzi, ma si sa che viene prima lavata.
Si tratta di materiale riciclato, è una produzione cruelty free che non ha nulla a che fare con l’uccisione di animali per ottenere la loro pelliccia. E’ anallergica, è altamente traspirabile, è molto calda, è unica (perché grazie ai vasti colori delle varie razze non ha bisogno di coloranti)!
Voi lo fareste? Io sì!!!
Redazione Scuola Primaria di Fara Novarese
Docente Referente: Fulvia Bernascone