I colossi del web ed il loro virus

Snapchat, Instagram, Facebook e whatsapp: perché loro hanno le storie e gli utenti no?

 

Il “virus” delle stories ha avuto avvio con la creazione di un’applicazione per smartphone molto particolare: Snapchat. Quest’app ha permesso ai suoi utenti di scattare foto da caricare al momento nella loro “storia”. Le immagini, superate le 24 ore, vengono automaticamente distrutte e conservate in galleria solo se l’utente le ha precedentemente salvate. Inoltre, chi posta la foto ha la possibilità di venire a conoscenza degli utenti che hanno guardato il contenuto. Lentamente Snapchat si è fatta strada fra le applicazioni più utilizzate partendo dai più piccoli, fino ad arrivare ai più grandi. Con il tempo, gli aggiornamenti hanno perfezionato l’applicazione con l’aggiunta di filtri molto particolari e divertenti. In un secondo momento è diventato possibile caricare foto già presenti nella galleria, poi vi è stata l’aggiunta del segnale in caso di screenshot scattato da un altro utente, e così via.

Questa malattia ha infettato anche il famoso social “Instagram” che ha inserito le sue “stories”, differenti da quelle di Snapchat, ma con caratteristiche basilari analoghe. A seguirla sono sopraggiunti i colossi del web: Facebook e Whatsapp.

Perciò in questo momento ognuno di noi, postando una foto, diventa facilmente oggetto pubblico. Moltissimi ragazzi (e non solo) riempiono tutti i social con immagini, foto, che dopo 24 ore spariscono. Ma com’è che i social hanno più storie degli utenti stessi? Non sarebbe meglio regalarsi un “ti voglio bene” guardandosi negli occhi, anziché dedicarsi una frase postandola nelle proprie stories? Non sarebbe meglio amarsi e sentirselo sussurrare all’orecchio, sfiorare le mani della propria metà, baciarsi, piuttosto che rendere pubblica una foto della coppia con la scritta “Ti amo” in fondo, magari accompagnata da un’emoije a forma di cuore accanto? Non sarebbe meglio partire e lasciarsi tutto alle spalle, piuttosto che caricare la foto di un aeroporto, di una città che vorremmo visitare o di un’isola paradisiaca?

Ed è vero che questo grande piccolo virus ha reso possibile legare tante persone, ma ne allontana giorno dopo giorno tante altre. Uno schermo, a lungo andare, può dividere. L’amicizia, l’amore, vanno vissuti sfiorandosi pelle contro pelle, stringendosi le mani e parlando, tanto. Perché a postare una frase trovata sulla rete e “taggare” la persona interessata, siamo bravi tutti. Amatevi, davvero.

 

Sara Tarantino