IL LICEO DEMOCRITO DICE NO

 

Bullismo, perché? Cosa spinge un ragazzo a rovinare la reputazione di un suo coetaneo o addirittura portarlo a togliersi la vita?
Il 27 marzo si è tenuta, al Liceo Scientifico Statale Democrito di Casal Palocco, la manifestazione “Bulli Stop”. L’organizzatrice ha spiegato che solitamente, atti gravi di bullismo partono da un semplice scherzo, da un dispetto. Spesso ci si chiede dove succeda tutto ciò e perché le vittime non ne parlino con qualcuno, con un adulto.

Gli atti di bullismo hanno una base, un fondamento, alle volte inesistente, e quando c’è è insensato, non giustifica tali atti di violenza. Soprattutto avvengono davanti a tanti ragazzi che non fanno niente, stanno solo a guardare, come se fosse una serie tv. Probabilmente non dicono niente per paura, seguendo il detto “Chi si fa gli affari suoi campa cent’anni”.
Gli organizzatori hanno raccontato di una ragazza che si è uccisa perché dei suoi coetanei la avevano drogata, violentata, ma soprattutto hanno ripreso tutto e condiviso il video su Facebook. E’ stato quest’ultimo gesto che l’ha spinta ad uccidersi. Hanno anche raccontato, anzi è stata proprio sua mamma, la breve vita di un altro ragazzo, un ragazzo studioso, che si divertiva, che viveva la vita. Sono stati un paio di jeans scoloriti, divenuti leggermente rosa, a togliergli la vita. Perché tutti, anche i suoi “amici”, lo prendevano in giro per questo. Era stata persino creata una pagina su Facebook che lo prendeva in giro. Lui aveva cercato già una volta di impiccarsi ed il suo amico, a conoscenza del fatto, non aveva detto niente, non aveva cercato di impedirglielo.

Ogni giorno tanti ragazzi sono soggetti ad atti di bullismo e nella maggior parte dei casi nessuno fa niente. Purtroppo senza l’aiuto sia delle vittime che di chi assiste, non si può agire per contrastare questi gesti ingiustificati ed ingiustificabili. Perché sempre ci sono stati atti di bullismo nei confronti di altri ragazzi e sempre ci saranno, ma la voce è un’arma per chi ha il coraggio e la forza di usarla.

Mattia Garibaldi