INTERVISTA AL SINDACO DI TRIVENTO

A cura di Beatrice Nicodemo ed Enrica Quici (IIA Liceo Scienze Applicate)

1. È la sua prima esperienza come sindaco?

Sì.

2. Che cosa spinge un cittadino a candidarsi per una carica così importante?

Mi verrebbe da dire l’incoscienza, nel senso che se una persona sapesse a cosa va incontro non lo farebbe. Però non è proprio così (sorride); le motivazioni sono sostanzialmente quelle di mettersi al servizio della gente e mettere a disposizione le proprie capacità e il proprio tempo. Questo è quello che mi ha spinto ad affrontare questa avventura ripagata anche dall’affetto di chi mi ha sostenuto, magari oggi un po’ meno perché i problemi sono tanti.

3. Qual è la parte più difficile del suo lavoro?

Penso che la parte più difficile stia nel “coordinare”, ecco soprattutto sia la gestione dei collaboratori. Mi spiego meglio: gli enti pubblici vivono un profondo cambiamento, vi dico questo perché i collaboratori, parlo della struttura, erano in un numero doppio rispetto a quello attuale. Vi lascio immaginare un po’ quali possano essere le conseguenze, quali le difficoltà nella gestione e nel dover quotidianamente rispondere alle tante richieste e nelle tante esigenze che vengono avanzate dai concittadini. Spesso nelle piccole comunità, come la nostra, il sindaco diventa l’interlocutore per ogni problema, anche per problemi che sono prettamente gestionali, per cui non sono di competenza politica, ma che attengono ai vari responsabili degli uffici e dei servizi. Quindi spesso si crea questa situazione e richiede uno sforzo maggiore perché sono considerato l’interlocutore per antonomasia: lo diventa nei fatti ma non sempre è così. L’attività del sindaco è quella di avere rapporti con gli altri comuni, gli enti sovracomunali, di cercare delle possibili soluzioni ai tanti problemi con la ricerca di finanziamenti, con attività che vanno in questa direzione. Spesso porta a dover dare delle risposte ai tanti problemi dei cittadini, ma si fa anche questo.

4. C’è stato qualche momento di sconforto in cui ha pensato di non farcela più e di dare le dimissioni?

Lo sconforto è quotidiano perché a volte sembra di dover scalare una montagna bella alta. Dimissioni no, perché c’è il senso di responsabilità. Uno che sceglie di mettersi in gioco… Usando una metafora calcistica: “Mi sono sempre battuto anche quando l’avversario sulla carta era più forte”. Spesso il ruolo del sindaco porta ad avere anche tanta solitudine nel senso che ci sono dei momenti in cui bisogna prendere delle decisioni e inevitabilmente si è da soli. Quelli sono momenti che inducono allo sconforto, ma devo dire che sono circondato da un ottimo gruppo che mi affianca, piano piano stiamo anche rafforzando la struttura e quindi ci sono tutti i presupposti per guardare al futuro con un pizzico di ottimismo.

5. Sicuramente trascorrerà più tempo con il Consiglio e con la Giunta che con i suoi amici e familiari, questa situazione l’aveva già prevista?

Sì. Pensavo che sarebbe cambiata l’organizzazione della mia giornata e del mio tempo libero ma è ancora maggiore di quello che pensavo. A livello familiare, ho la fortuna di avere vicino una moglie che ovviamente mi sostiene e mi sopporta; il nostro tempo insieme è veramente ridotto, infatti ci vediamo solamente la sera perché quasi l’intera giornata è dedicata alla funzione amministrativa. Per quanto riguarda gli amici, mi dispiace molto ma ho davvero poco tempo se non qualche sporadico momento per qualche caffè insieme. Spesso quando si svolge questo ruolo si rinuncia anche ad uscire perché sono consapevole di non poter avere momenti di svago, nel senso che il mio lavoro continuerebbe anche fuori dall’ufficio. Mi mancano un po’ gli hobby, però va bene così.

6. In che anno è stato eletto? Potrebbe ad oggi sinteticamente trarre un bilancio?Siamo stati eletti a Maggio 2014 e quindi siamo ormai prossimi ai 3 anni. Fare un bilancio è sempre difficile perché rispetto a tutto quello che uno si era prefissato di realizzare ci si accorge che manca sempre qualcosa; è anche vero che questa nostra esperienza è stata caratterizzata da tutta una serie di avvenimenti e emergenze che inevitabilmente poi hanno in qualche modo spostato la nostra attenzione sugli avvenimenti stessi. Ricordo sempre che una decina di giorni dopo le elezioni arrivò un fulmine in Piazza Cattedrale e venne giù una parte del campanile della Cattedrale; da quel momento in poi, tra dicembre 2014 e l’inizio del 2015, si sono registrate circa 80 frane nel territorio che hanno causato vari problemi di viabilità e ovviamente da quel momento è stata una rincorsa a tamponare e a cercare di sistemare alcune situazioni o almeno quelle più drammatiche. Quindi l’attività è stata concentrata prevalentemente sulle emergenze.

7. L’inglese è importantissimo e a scuola ne stiamo potenziando le ore ma credo che il modo migliore per impararlo è sul posto, il comune sarebbe disposto ad organizzare degli stage per noi in Inghilterra?

Non so se sotto un profilo di legittimità, il comune possa fare qualcosa del genere. Noi stiamo cercando di dare il massimo della nostra attenzione al mondo della scuola, in particolare al Liceo. La vostra presenza qui mi rende particolarmente felice in quanto siete la testimonianza delle tante attività in cui sono coinvolti gli studenti che frequentano le nostre scuole. Metteremo in atto ogni sforzo, ma penso che sia difficile, per non dire impossibile, fare questo. Se può essere una consolazione, una famiglia inglese ha comprato casa qui a Trivento e voi studenti del Liceo potreste rivestire il ruolo da interpreti per assicurare il loro inserimento all’interno della nostra comunità.