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X Municipio di Roma – parco della Madonnetta: il punto verde qualità che non c’è più

 

La proposta di delibera di iniziativa popolare a sostegno della riqualificazione del parco non può arenarsi.

Il 30/3/2017 è stato presentato e votato all’unanimità un ordine del giorno al Comune di Roma che traccia le linee guida per rilanciare le attività del parco della Madonnetta. Si riuscirà finalmente a fermare lo scempio che ormai da ben due anni riguarda il punto verde qualità del quartiere di Axa-Acilia e a salvarne l’esistenza nell’interesse dei cittadini e del Comune?

La storia inizia nel 1995 quando la giunta Rutelli fece un bando per la costruzione di parchi contenenti delle strutture che dovevano garantirne la sostenibilità economica. Nacquero così i 75 punti verde qualità del Comune di Roma di cui faceva parte quello della Madonnetta. Esteso su 21 ettari di cui 17 a fruizione pubblica, la Madonnetta è il quarto parco di Roma ed è un punto di riferimento e di ritrovo per i residenti del X Municipio. Conteneva 2 ristoranti, altrettanti bar , 4500 metri quadrati di orti urbani ed un esteso centro sportivo, in grado di accogliere anche atleti con disabilità, costituito da 6 campi da tennis, 2 polivalenti al coperto, 6 palestre, uno skate park , una piscina e diversi campi da calcio. Tutte queste attività garantivano entrate economiche sufficienti ad un’ottima manutenzione del parco giochi e delle aree verdi lasciate al pubblico.

Nel 2009 però comincia la crisi della società concessionaria intestata ad Andrea Ciabocco che incontra delle difficoltà economiche e non riesce più a sostenere il pagamento delle rate del mutuo. “Il Comune di Roma aveva autorizzato nel quartiere la costruzione di nuove strutture sportive e l’ampliamento di altre già esistenti causando il disfacimento del piano economico finanziario che avevo presentato anni prima e che si basava sullo studio del bacino di utenza della zona” così si difende l’imprenditore Ciabocco che prosegue: “Dal 2011 non sono più riuscito a pagare il debito che avevo contratto. Nel 2014 però il TAR mi ha riconosciuto il diritto soggettivo al piano di riequilibrio economico-finanziario, ma il comune di Roma, garante per la fideiussione stipulata con le banche, non lo ha mai rivisto”.

Nel 2015 improrogabile arriva a Ciabocco la revoca della concessione da parte del Comune. Da quel momento inizia per il parco un processo di degrado ininterrotto che ancora non vede la sua fine. In breve tempo chiude il centro fitness e con lui se ne vanno le 14 associazioni sportive che lo gestivano e davano lavoro a circa 70 persone. Si ferma l’asilo nido presente nel parco e anche il ristorante di via Molajoli non riesce a sopravvivere. La devastazione inizia a dilagare in tutto il centro sportivo che oggi risulta una struttura del tutto fatiscente con campi da calcio e da tennis invasi dalle erbacce, una ex bellissima tensostruttura ridotta in brandelli, una segreteria devastata dai vandali. Addirittura una parte del centro sportivo è andata a fuoco più volte. In pratica una guerra personale tra i dirigenti del Comune di Roma e la società concessionaria del parco è riuscita, in pochi anni, a distruggere uno dei fiori all’occhiello del X Municipio, in un gioco al massacro dove non ci sono stati vincitori ma solo vinti: il Comune di Roma e la famiglia Ciabocco e soprattutto gli abitanti della zona che hanno perso uno spazio verde ben tenuto e curato, dove tutti potevano fare spot e dove intere famiglie andavano a rilassarsi sicure che i loro bambini avrebbero giocato su prati curati e puliti.

Adesso, grazie al lavoro di sensibilizzazione e alle lotte sostenute dai cittadini del quartiere uniti in Comitato a difesa del parco, è stata sottoposta al Consiglio comunale una proposta di delibera di iniziativa popolare, sostenuta da 12 mila firme, per la riqualificazione del parco. Tale proposta, che prevede la dichiarazione alla regione Lazio del parco come “area di notevole interesse pubblico”, potrà finalmente assicurare la tutela dell’area verde pubblica o sarà l’ennesima iniziativa a favore di pochi come spesso accade nel Comune capitolino? Staremo a vedere … intanto i cittadini non si arrendono e continuano a lottare.

di Alberto Bertani