Ermes Maiolica: chi era costui?

Soprannominato il “re della bufala”, Maiolica è l’autore di alcuni dei più virali falsi scandali del web. E il messaggio che ci lancia è: non abboccare come pesci a quello che ci si presenta sotto il naso!

di Marta Rosa e Flavia de Muro, Francesco Mastrodascio

Da una Barbara D’Urso finita in ospedale per coma etilico ad un Umberto Eco che definisce una “massa d’imbecilli” i sostenitori del Movimento 5 stelle, fino ad arrivare alla notizia della sua stessa morte mentre cercava di salvare un cane sulla E45….

Ne inventa di tutti i colori Ermes Maiolica, che risponde così in un’intervista alle domande proposte dal sito Wired.it :

Come ti è venuta in mente l’idea di seminare bufale in rete?

“Non sono mai stato un amante dei social network, mi sono iscritto a Facebook solo per vendere le mie magliette (io per hobby faccio maglie stampate). Quando mi iscrissi, sinceramente anche io ero un po’ credulone e davo molto peso alle notizie così dette scomode. Per fortuna questa mia ingenuità durò poco e quando commentavo con delle battute le notizie false venivo attaccato pesantemente da tutti.

Facevo battute satiriche sulle notizie inventate nei gruppi e la reazione delle persone era spaventosa, riuscivo a raggiungere centinaia e centinaia di commenti indignati. La cosa mi faceva sia rabbia che divertimento, così persi la pazienza e cominciai anche io a bombardarli di notizie palesemente inventate, per farceli cascare e prenderli in giro rivelando che si trattava di una bufala.

La cosa più assurda è che, il giorno dopo la zingarata, le mie bufale erano riportate nei siti di controinformazione, come notizie vere. Ritrovai la mie bufale negli stessi siti dove mi informavo, così da lì cominciai a capire la debolezza e la strumentalizzazione dei media nei confronti dell’informazione”.

Di quali bufale/troll vai più orgoglioso?

“Tantissime. Di sicuro quella che mi ha lasciato più soddisfatto è stata quella che mi descriveva su un letto di ospedale in punto di morte. In quel periodo ero veramente all’ospedale e purtroppo è da allora che sono poco presente in Rete per i miei problemi di salute. Il mio compagno di stanza mi fece una foto con un cartello in mano, su cui era scritto che stavo per morire a causa dei tagli di Renzi alla sanità. Molti si sono chiesti che scopo avesse avuto questa trollata: nessuno scopo, ero in ospedale, mi annoiavo”

Ermes ha inoltre ammesso di non ricavare un centesimo dalle sue bufale, ma di mantenersi solo con il suo lavoro di metalmeccanico, nonostante molti non ne capiscano la ragione.

È  chiaro quindi come il suo non sia solamente un atto di ribellione e derisione nei confronti di un particolare personaggio o marchio, ma piuttosto un gesto volto ad una presa di coscienza da parte dei frequentatori del web, oltre che ad un suo personale divertimento. Ed il messaggio che ci rivolge è sicuramente chiaro: non abboccare come pesci a tutte le notizie che ci si presentano sotto il naso!

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Ermes Maiolica è un operaio metalmeccanico di 33 anni, di Terni, che in questo ultimo periodo è diventato  famoso per le notizie false pubblicate sui social network

Notizie che in pochissimo tempo sono diventate virali, come ad esempio la bufala  della Volkswagen in cui scrisse di una mega-offerta di 800mila auto regalate dal marchio tedesco, oppure la bufala che lo descriveva su un letto di ospedale in punto di morte. Il suo compagno di stanza gli fece una foto con un cartello in mano, su cui era scritto che stava per morire a causa dei tagli di Renzi alla sanità.

In alcune interviste ha rivelato che non è mai stato un grande amante dei social  network e Facebook lo usava solo vendere le sue magliette; ha iniziato a scrivere bufale su internet per divertire creando un po’ di casino, mosso dall’intento di far saltare alcuni meccanismi politici e mediatici che trovano terreno fertile sui social network.

Un’altra caratteristica di questo personaggio è il fatto che non accetti soldi per creare notizie false: infatti ha rivelato che molti gli hanno consigliato di prendere soldi, e la stessa polizia postale non capiva perché non avesse un fine tangibile.  Lui  vuole far capire che non fa disinformazione per soldi,  ma per mostrare la debolezza e la strumentalizzazione dei media nei confronti dell’informazione; inoltre per lui non dobbiamo incolpare il sistema, perché il sistema siamo noi.

La diffusione di queste bufale però, da come ha raccontato, gli ha portato una grande fama, ma dal punto di vista sociale molti svantaggi: racconta infatti di avere dei veri e propri stalker e molte minacce di querela e di morte. Ermes spiega anche come nascono questi post: lui crea un post, lo condivide in qualche gruppo e, come afferma lui stesso, la notizia cammina da sola… non serve alcun canale di divulgazione

Questo personaggio ci fa capire che non serve essere un laureato o un professore per inventare una notizia falsa: una persona comune con un semplice post o commento può creare una notizia falsa e questa si muoverà da sola in ogni direzione