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Dai musei alla street art: ecco ‘Autobiografie Fotografiche’, l’alternanza scuola lavoro a misura degli studenti autistici

‘AUTOBIOGRAFIE FOTOGRAFICHE. Fotografia digitale e videoarte per l’inclusione’  è stato il primo progetto di alternanza scuola lavoro del Liceo Artistico Statale ‘Via di Ripetta’, ad essere strutturato a misura di autistico.
L’esperienza, iniziata a Giugno del 2016, si è rivelata non solo di autentica inclusione per Tommaso, Simone e Leonardo, i tre studenti autistici che vi hanno preso parte ma ha creato le condizioni per una loro maggiore autonomia, favorendone le relazioni sociali ed emotive e gli apprendimenti tra pari ma, soprattutto, educandoli all’immagine ed alla città, attraverso l’esercizio dell’arte della fotografia.
Valore aggiunto, la partecipazione al progetto di Alberto, ex studente del Liceo, di Jose e di Roberto, detto Bobone, uno tra i migliori amici di Tommaso, tre ragazzi nella stessa condizione dello spettro autistico che hanno avuto la possibilità di partecipare a molte delle attività di alternanza, poichè accolti nel gruppo classe dei nostri, nonostante non fossero studenti del Liceo e che, con la loro stessa presenza, hanno davvero costituito uno degli obiettivi precipui di ‘AUTOBIOGRAFIE FOTOGRAFICHE’ ovvero: creare le condizioni per una necesaria e non più procastinabile cultura della neurodiversità, promuovendo la conoscenza e la valorizzazione proprio delle differenze, offrendo sponde e gettando ponti tra due culture quella dei cosidetti neurotipici e quella dei neurodiversi, poichè è proprio dall’intenzione condivisa di generare incontri e gettando ponti che ha avuto origine ‘AUTOBIOGRAFIE FOTOGRAFICHE’.

Torniamo indietro di un paio d’anni, più precisamente tra Febbraio e Giugno del 2015, per comprendere meglio quanto accadesse al Liceo Artistico Via di Ripetta in termini di sperimentazioni didattiche dell’inclusione e della ricerca-azione e proviamo ad entrare nel nostro primo Laboratorio sperimentale di fotografia digitale, che chiamammo proprio ‘Autobiografie Fotografiche’ ma con ulteriore valenza di inclusione e valorizzazione delle differenze. Allora, la forza e la novità dell’esperienza era stata proprio la volontà di costruzione di un dialogo tra la scuola, le altre istituzioni ed il mondo delle associazioni, che ha permesso di sensibilizzare e far conoscere ad un pubblico sempre più ampio la cultura ed il valore della neurodiversità, significativamente in comunicazione con il mondo e la cultura della migrazione. Ancor più delle nostre parole, suggeriamo la visione di ‘CLICK! Autobiografie Fotografiche’, il film di Federico Triulzi di appena 18 minuti ed una manciata di secondi che racchiude proprio il racconto di due Laboratori sperimentali del Liceo Ripetta, tenuti nella sede di Viale Pinturicchio, che hanno avuto la finalità di creare condizioni di benessere e reciprocità a scuola, di aver consentito agli autistici, in relazione con i neurotipici, di essere maggiormente consapevoli della propria identità anche creativa e dei propri dispositivi percettivi, contribuendo a far loro acquisire una maggior capacità di gestione delle proprie emozioni, nel processo di elaborazione dell’informazione.

‘I Cinque Sensi’, il primo a nascere tra i due Laboratori, era stato incentrato sui linguaggi performativi, la teatralizzazione del gesto e l’arte, con la realizzazione dell’installazione di scatole pensanti e camminanti ‘Il Labirinto di Icaro involato’, presentato il 2 Aprile 2015 nella piazza antistante il MAXXI, in occasione della Giornata mondiale di consapevolezza dell’autismo; invece, ‘Autobiografie Fotografiche’ era stato incentrato sull’uso della camera digitale in relazione alla costruzione di un filo narrativo esperienziale, personale e collettivo e di educazione all’immagine, anche a contatto diretto con l’opera d’arte, così come ben esemplificato nel racconto di una nostra visita al MACRO oppure all’ Outdoor Festival o, meglio ancora, nel Manifesto della disordinazione artistica dei teppautistici.

Torniamo nel nostro tempo, il 2017. Elaborando le esperienze e decidendo di trasformare ‘Autobiografie Fotografiche’ in attività di alternanza scuola lavoro, abbiamo inteso proseguire alcune collaborazioni già maturate all’interno di una collaborazione tra il Liceo Artistico Statale Via di Ripetta, le associazioni e le istituzioni presenti sul territorio, per incoraggiare e continuare a sostenere iniziative didattiche innovative intorno ai temi dell’inclusione, della diversità, della cittadinanza attiva. Tali collaborazioni hanno accompagnato fin dal 2014 la politica di tradizionale apertura al territorio del Liceo ‘Ripetta’, attraverso varie forme di ricerca-azione portate avanti da alcuni attori centrali della scena romana quali AMM – Archivio delle memorie migranti, il Circolo Gianni Bosio, la Casa della memoria e della storia del Comune di Roma, il Centro per minori stranieri non accompagnati Civico Zero (Save the Children Italia), l’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi (ICBSA) del Ministero Beni Culturali (MiBACT), inaugurando tra l’altro una fruttuosacollaborazione con Insettopia Onlus e nuovi rapporti tra genitori e alunni caratterizzati da bisogni speciali.

E’ da queste straordinarie esperienze che origina il nuovo progetto di alternanza scuola lavoro ‘AUTOBIOGRAFIE FOTOGRAFICHE. Fotografia digitale e videoarte per l’inclusione’, realizzato stipulando convenzioni tra il Liceo Artistico Ripetta, AMM – Archivio delle memorie migranti e Insettopia Onlus, in ottemperanza della Legge 107/2015, meglio nota come La Buona Scuola che, nei commi 33-43 dell’articolo 1 ne disciplina le modalità.

‘AUTOBIOGRAFIE FOTOGRAFICHE’ è stato pensato per costruire uno spazio nel quale far crescere la consapevolezza di sè in relazione agli altri, sostenendo gli studenti a costruire relazioni tra ragazzi autistici e neurotipici finalizzate all’inclusione ed in dialogo con il mondo artistico della migrazione. Per gli autistici, ma non solo, è stato importante costruire l’attenzione sulle tecniche di ripresa fotografiche e video che hanno imparato a padroneggiare e a far diventare mezzo di comunicazione privilegiato.
Per Tommaso, infatti, studente autistico ed ora fotografo, addirittura la camera digitale è diventata una sorta di propaggine di sè, il suo modo di relazionarsi con i luoghi ed i compagni, tanto da assumere il ruolo di narratore per immagini e custode della memoria storica del Laboratorio, proprio per il valore documentario, oltre che linguistico-espressivo dei suoi scatti, autonarrazioni di sè e narrazioni degli altri, che nascono entro un dispositivo di rispecchiamento che annulla le differenze, valorizzando le sensibilità di ognuno.
Le attività di alternanza scuola lavoro di ‘AUTOBIOGRAFIE FOTOGRAFICHE’ hanno fornito a ciascuno degli attori partecipanti, le competenze nell’uso dei linguaggi multimediali ed in parte della scrittura giornalisica, pur nelle evidenti difficoltà di scrittura mostrate dagli adolescenti, anche se ciò che ha realmente fatto la differenza è stato favorire, in ognuno di essi, capacità narrative ed autonarrative.

L’idea di questo nuovo Laboratorio, sviluppata con Federico Triulzi, era stata quella di creare una mappatura della Street Art a a Roma che si configurasse come autobiografia dei luoghi anche in chiave emotiva, nella relazione tra luoghi e persone, in questo caso, era proprio uno stare negli spazi interstiziali ed anche più emarginati della città, risignificati dai segni in rivolta, dai linguaggi espressivi partecipati, nati dalla disordinazione artistica ed autenticamente dal basso.

La città come relazione, fucina di sperimentazione artistica ed attivismo politico, in grado di attivare un processo di riappropriazione dei luoghi: una psicogeografia.
Camminando in città, la mente ha bisogno di sostare su ciò che vede, su ciò che colpisca e stupisca, un camminare declinato in una prospettiva appunto autobiografica, che colga lo spirito del luogo, che inviti a catturarne l’immagine ed a scriverne le esperienze, per poi ritrovarle nei propri ricordi ma anche a ritrovarne la memoria storica, entro una dimensione che consolidi il senso di sè e dell’altro ed aiuti a diventare protagonisti della propria vita sociale, acquisendo quel senso di responsabilità dei propri gesti e delle proprie azioni.
Nelle nostre intenzioni, gli studenti avrebbero potuto imparare a leggere ed esprimere creativamente il territorio urbano in maniera soggettiva, implementando l’informazione bidimensionale della cartografia con apprezzamenti personali ed attraverso l’uso di altre tecniche di indagine del territorio: fotografia, registrazione audio-video, mappe emozionali, cartografie non convenzionali, scritture, disegni.
Attivando la familiarità con i linguaggi della multimedialità, dell’arte e della comunicazione, ed agendo sulla relazione tra autistici e neurotipici in dialogo con il mondo della migrazione, il Progetto di alternanza scuola lavoro ‘AUTOBIOGRAFIE FOTOGRAFICHE’ ha favorito l’interculturalità e la conoscenza delle produzioni espressive di artisti migranti, promuovendo una ricerca artistica comune con gli studenti e, al contempo, ha valorizzato la neurodiversità, creando le condizioni migliori per il lavoro di gruppo e perseguendo la trasformazione degli attori partecipanti (autistici e non).

A breve, questo nostro progetto di alternanza scuola lavoro sfocerà in un percorso di restituzione narrativa dell’esperienza attraverso la comunicazione giornalistica sia online che per i socialnetworks, tra innovazione e media education (redazione di articoli a tema per una rivista digitale già in essere ed una da progettare ed istituire, nonchè la progettazione e la gestione di un sito web).
Ecco allora che gettare ponti tra la neurotipicità e la neurodiversità dal quale origina ‘AUTOBIOGRAFIE FOTOGRAFICHE’ non può che aprire ad una riflessione: fin dove la nostra azione di gettare ponti metta in comunicazione sponde già conosciute e, fin dove vada a costituirle, in virtù del fatto che proprio sulle due sponde su cui si poggia, fa fondamento il nostro ponte?

Anna Maria Piemonte
Insegnante di Storia dell’Arte al Liceo Artistico Ripetta