Champs Elysées, ennesimo attacco Isis

Ottaviano Gianmarco (ISISS A. Giordano, Venafro)

Secondo gli investigatori parigini, che per il momento non ne vogliono rivelare l’identità, si tratterebbe di un pregiudicato 39enne, si chiama Karim. Nell’auto aveva coltelli ed un fucile a pompa. Interrogati in stato di fermo tre suoi parenti. Una rivendicazione dell’Isis attribuisce l’attacco al jihadista belga Abu Yousif. Un presunto complice segnalato dalle autorità di Bruxelles si presenta in commissariato ad Anversa: “Io non c’entro”

PARIGI –  L’uomo che ha ammazzato un poliziotto e ne ha feriti altri due nel centro di Parigi prima di essere ucciso è stato identificato. Si chiama Karim, ma il suo nome completo per il momento non sarà rivelato. Aveva 39 anni ed era conosciuto dall’intelligence francese per la sua “radicalizzazione”. Secondo l’emittente BFMTV, era stato precedentemente condannato a 15 anni di carcere per aver sparato a due agenti di polizia nel 2001. Inoltre, aveva riferito di aver vissuto nelle periferie della capitale francese. Il quotidiano Le Parisien afferma invece che sulla base dei documenti trovati nella vecchia Audi A4 color argento da cui il killer è sceso per attaccare una camionetta della polizia si chiamerebbe Karim Cheurfi, avrebbe 39 anni e nel 2003 era stato condannato a 20 anni di reclusione – pena ridotta a soli 5 anni – per aver tentato di uccidere tre uomini, inclusi due agenti, nel 2001 a Roissy-en-Brie. L’antiterroismo sta perquisendo la sua casa nell’area di Seine-et-Marne mentre nell’auto sarebbero stati trovati un fucile a pompa e armi bianche, tra cui un coltello da cucina, appunti scritti a mano con l’indirizzo della Dgsi, i servizi di informazione, del commissariato di Lagny, nella banlieue vicina a dove abitava l’uomo, e di tre armerie. Nella stessa auto, riferiscono sempre i media, c’erano anche un Corano e fogli scritti inneggianti all’Isis, così come messaggio di sostegno allo Stato islamico sarebbero stati ritrovati accanto al cadavere. Tre persone considerate a lui vicine, probabilmente parenti, sono sotto interrogatorio – in stato di fermo – dei servizi antiterrorismo francesi.
LA PISTA BELGA – Tra notizie contraddittorie, indiscrezioni e smentite, resta forte l’ipotesi che l’attentatore abbia goduto della complicità di un jihadista arrivato dal Belgio. Il primo forte indizio è la rivendicazione arrivata nella notte da parte dell’Isis che ha attribuito l’attacco parigino a Abu Yousif al-Belgiki (il belga). Effettivamente le autorità francesi, su indicazione dei servizi del Belgio, hanno diramato questa mattina un mandato di ricerca nei confronti di un tale Youssouf el Osri. Il sospettato si è però presentato spontaneamente al commissariato di polizia di Anversa per dimostrare la sua estraneità. “Attualmente non c’è nessun legame tra l’attacco di Parigi e il nostro paese”, ha scritto su Twitter il ministro dell’Interno belga, Jan Jambon. “Non abbiamo alcuna informazione su un legame con il Belgio”, ha confermato il ministro della Giusizia, Koen Geens. “Questa situazione è valutata. Ieri sera questa idea era evocata. Ma l’uomo si è consegnato e non sembra più essere il caso”, ha spiegato Geens. Stando ad alcune indiscrezioni nella sua abitazione la polizia belga avrebbe rinvenuto però armi, passamontagna e un biglietto ferroviario per Parigi con partenza giovedì mattina.

Questa mattina intanto, mentre gli Champs-Élysées sono stati riaperti al traffico, è stata convocata una riunione d’emergenza del Consiglio di difesa francese. L’incontro ha avuto inizio poco dopo le 8. Oltre al presidente François Hollande, vi prendono parte il primo ministro Bernanrd Cazeneuve, i ministri dell’Interno, della Giustizia, della Difesa e degli Esteri, oltre che i numeri uno dei servizi di sicurezza, dell’intelligence, delle forze armate. In tutto una quindicina di persone. Si è appreso infine che la passante ferita durante l’attentato di ieri sera è una donna di nazionalità tedesca residente in Francia. E’ stata colpita al piede e dovrà  essere operata.