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Alice nel paese delle meraviglie: libro per bambini o romanzo filosofico?

Oggi ho deciso di parlare di un romanzo che a me sta molto a cuore “ Alice nel paese delle meraviglie”. Molti pensano che sia solo un mero libro per bambini ma, personalmente, reputo che siano solo sciocchezze. Questo romanzo, perché è un romanzo, può essere letto in varie chiavi di lettura ,da quella filosofica a quella matematica. Il suo scrittore , Charles Lutwidge Dodgson , ben più noto come Lewis Carroll , era prima di tutto un matematico. Ma la chiave che analizzerò oggi è quella filosofica. Il romanzo è stato pubblicato per la prima volta nel 1865, è stato un libro che si è espresso in modo estremamente critico nei confronti dell’epoca in cui viveva Carroll ,ossia quella vittoriana. Ogni personaggio nasce come una critica alla società del periodo. Per esempio , il gatto del Cheshire , meglio conosciuto in Italia come Stregatto, è stato creato sulla base di un detto d’allora “ sorridere come un gatto del Cheshire “, ossia , sorridere in modo falso. Oppure anche lo stesso nome “Cappellaio Matto “, si basa sul fatto che all’ epoca, i cappellai per tingere le stoffe utilizzassero il mercurio , materiale dannoso per il cervello, che li faceva impazzire. Ma, aldilà della critica all’ epoca Vittoriana , Carroll delinea  personaggi che rappresentano le varie essenze dell’animo umano . Il Bianconiglio per esempio , rappresenta tutti coloro che inseguono il tempo ma che in realtà sono sempre in ritardo rispetto ad esso. Ecco,  anche il tempo è particolare nel Paese delle Meraviglie : esso è un’entità cosciente , infatti ,come detto dal Cappellaio nel capitolo “ un the da matti” il tempo è “arrabbiato con loro” , e così  li tiene bloccati perennemente all’ ora del the.
In Alice un’altra cosa importantissima è il concetto di significato e significante , concetto ripreso nel seguito “ Alice attraverso lo specchio” in cui Humpty Dumpty dice di “essere in grado di far significare alle parole ciò che vuole che significhino”.  Un altro esempio è quando il Leprotto di marzo chiede ad Alice :
“Vuoi un po’ di vino?” disse in tono quasi incoraggiante la lepre.
“Non vedo vino” osservò Alice , aveva guardato sulla tavola , non v’era altro che the.
“ Non ce n’è , infatti “ disse la lepre.
Ogni frase non ha alcune funzione logica , il romanzo nuota nel non sense più totale. Bisogna solo arrendersi ad esso ed immergersi in una lettura talmente affascinante da essere il quarto libro più tradotto al mondo , ed il secondo più citato dopo Shakespeare.
Spero che questo articolo sia stato d’aiuto per farvi apprezzare il vero “ Alice nel paese delle meraviglie”, un libro davvero eccezionale. Mi devo fermare qui , ma ci sarebbe tantissimo altro da dire , tornerò con il seguito , Alice attraverso lo specchio. Grazie di aver letto .

G.Adelchi Colalillo classe 3C Scuola Secondaria di Primo Grado  Istituto Comprensivo “Amatuzio-Pallotta” Bojano