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Vivian Maier, le foto che stanno affascinando un pubblico eterogeneo

Dal 17 marzo al 18 giugno 2017, al Museo di Roma in Trastevere, sarà esposta la mostra ‘Vivian Maier. Una fotografa ritrovata’, organizzata da Zètema Progetto Cultura. La mostra, curata da Anne Morin e Alessandra Mauro, ha avuto un successo notevole e immediato soprattutto tra i cittadini romani, che godono di uno sconto sul biglietto d’ingresso, così come i gruppi di studenti.

Nell’avvicinarsi alla fotografia di Vivian Maier è spontaneo avvicinarsi anche alla sua particolare sorte: quest’artista è stata infatti scoperta quasi per caso solo nel 2007, due anni prima della sua prematura morte. Per vivere fece sempre la tata, principalmente a Chicago. La fotografia era una vocazione, solo in parte tramandata da Jeanne Bertrand, amica della madre di Vivian. Le numerose fotografie, scattate con una Rolleiflex e mai condivise, sono uno spaccato di vita quotidiana nelle città di New York e Chicago, in un periodo, quello tra anni Cinquanta e Sessanta, di grandi cambiamenti sociali e culturali. La mostra comprende alcune foto a colori datate anni Settanta e diversi autoritratti.

L’americano John Maloof si è imbattuto nei suoi numerosi negativi e rullini da sviluppare quando ha acquistato a un’asta un box sottratto alla Maier, che aveva smesso di pagare l’affitto. Rendendosi conto di avere tra le mani le testimonianze di una grande fotografa, Maloof tentò di indagare sulla sua vita, organizzando diverse mostre itineranti in tutto il mondo. Il curatore Marvin Heiferman ha sottolineato l’attualità dell’opera di quest’artista, che esprimendosi in modo quasi compulsivo attraverso la fotografia e conservando gelosamente questa passione, è diventata involontariamente una figura enigmatica e affascinante, nota attraverso le testimonianze di terzi per il suo carattere austero e discreto. Una mostra di cui si parla e che si consiglia, e un ingresso sempre affollato di visitatori: Vivian Maier è considerabile una street-photographer ante litteram e un’artista importante del Novecento.

Avrebbe gradito che le sue fotografie, alla fine, fossero viste e apprezzate da altri?

Marialisa De Rose, IV B, Liceo Plauto