Glicine: la leggenda della fioritura

Il Glicine Wisteria Sinesi è una pianta originaria dell’Asia, in particolare della Cina.

Il nome scientifico è in onore di Kaspar Wistar, uno studioso statunitense che ne studiò per primo le caratteristiche; i tedeschi lo chiamano “blauregen” che significa “pioggia blu”, mentre i cinesi lo chiamano “zi teng” che significa “vite blu”. Per quanto riguarda l’italiano invece, glicine deriva dalle parola greca “glikis” che significa “dolcezza” e si riferisce al profumo dolciastro dei suoi fiori.

Il glicine è una bellissima pianta rampicante che fiorisce in primavera regalando uno spettacolo straordinario, Può raggiungere anche i 15 metri di altezza, le sue foglie sono piccole e verde chiaro e i suoi fiori, riuniti in grappolo, variano per colore: si va dall’azzurro chiaro al violetto.

Il glicine è protagonista di molte storie cinesi e giapponesi. Si narra che gli imperatori portassero con sé, durante i loro viaggi, dei piccoli bonsai di glicine, da regalare in segno di amicizia e benevolenza agli abitanti delle terre straniere. Secondo la tradizione piemontese c’era invece una pastorella di nome Glicine che piangeva e si disperava ogni giorno perché si sentiva brutta rispetto alle altre ragazze del paese.

Un giorno le sue lacrime cadendo sul terreno fecero crescere una meravigliosa pianta profumata, il glicine. Da allora la ragazza smise di disperarsi perché da lei era nata una pianta con i fiori così belli. Nel buddismo Jodo Shinshu (o Buddhism Shin) il glicine ha un significato simbolico, infatti i grappoli si trovano nei templi e sono simbolo di luminosità. Ma significano anche che tutto è in continua trasformazione e per questo bisogna apprezzare ogni momento della vita.

Nel linguaggio dei fiori e delle piante il glicine simboleggia l’amicizia e la disponibilità e viene anche considerato un portafortuna da regalare a chi ci sta più a cuore.

Redazione Scuola Primaria di Fara Novarese

Docente Referente: Fulvia Bernascone