DJ FABO: LIBERO DI DECIDERE

Eutanasia. “Dolce morte”. C’è chi non la definisce così e crede sia solo un mero suicidio.

Noi vogliamo esprimere la nostra opinione a riguardo, facendo riferimento all’ultimo caso di cronaca, ovvero la morte di Dj Fabo in una clinica svizzera, significativamente chiamata “Dignitas”.

Fabiano Antoniani, in arte Dj Fabo, era un semplice ragazzo la cui vita è cambiata a causa di un tragico incidente stradale, che lo ha reso cieco e tetraplegico. Era un ragazzo pieno di sogni e di allegria, amante della musica, l’unica cosa che lo rendeva davvero felice; “If I can’t play my music” sono infatti le parole che con l’inchiostro ha deciso di farsi imprimere sulla pelle dopo l’incidente. Una frase lasciata in sospeso che però rispecchia in pieno il suo stato d’animo e ci porta a capire le motivazioni della sua scelta.

Decidere di voler morire è sicuramente cosa dura: certo, continuare a vivere in quelle condizioni sarebbe stato forse più coraggioso, ma non lo biasimiamo per la sua decisione, perché tutti hanno il diritto ad una morte dignitosa. Noi veniamo al mondo senza volerlo, ma in alcuni casi possiamo uscire di scena come ci sembra più giusto, mettendo la parola fine come e quando preferiamo. Cos’è vita? Vita non è sentirsi costretti a respirare, a svegliarsi ogni giorno con l’attesa di mettere fine al proprio calvario. Vita è gioia, armonia, libertà di essere, di fare, di…, di…

Non stiamo dicendo che la vita di Fabo non era più degna di essere vissuta, ma semplicemente crediamo che se lui stesso pensava di condurre un’esistenza che non sentiva più propria, è stato meglio decidere di morire. Morte non è la fine, ma in questo caso è l’esercizio della propria volontà.

È importante che il percorso verso la morte sia accompagnato anche dai familiari, che a volte si spingono anche oltre l’impossibile pur di aiutarci. Per quanto assecondare la volontà di morire di un proprio caro sia straziante, bisogna accettarla. Il conflitto interiore volto all’accettazione è trattato nell’indimenticabile film di Clint Eastwood “Million Dollar Baby”, in cui Frankie, co-protagonista della vicenda, si trova ad affrontare la richiesta della ragazza che ama, che ha allenato per mesi e che è rimasta paralizzata a causa di un incidente durante un incontro di boxe, di aiutarla a morire. Siamo rimaste profondamente commosse e scosse dall’atto di Frankie che, andando contro ciò che sentiva, ha aiutato la ragazza a smettere di respirare. Questo, paradossalmente, per il suo bene.

Noi speriamo che la storia di Fabo, l’ultima di una lunga serie che per ora sembra non avere fine, possa servire all’Italia come ennesima opportunità di cambiamento, da non sottovalutare come il nostro Paese è solito fare con tutto. D’altronde, l’Italia e l’Irlanda sono gli unici Paesi Europei a non avere leggi in materia di eutanasia e testamento biologico. Per questo decidiamo di fare un passo indietro e sottoporre alla vostra attenzione un frammento della lettera di Roberto Saviano dedicata a Dj Fabo:

Questo è il nostro Paese. Un Paese in cui la vita deve scorrere senza impedimenti di sorta, senza intoppi apparenti. Tu Fabo hai potuto chiederlo con la tua voce. Ti abbiamo sentito chiedere una morte dignitosa. Non esiste giustificazione possibile al silenzio che hai ottenuto in risposta. Non esiste giustificazione e urgenza possibile per la mancanza di empatia, di attenzione e di umanità del Parlamento e del Paese in cui ti è toccato in sorte di nascere e dal quale sei stato costretto ad autoesiliarti per morire. Perdonaci per aver reso la religione che crediamo di osservare talmente vuota da non saper più riconoscere un Cristo quando lo abbiamo di fronte”.

Noi ti auguriamo di non essere più ricordato solo per la tua morte, ma per la tua vita, una vita che ti ha piegato senza spezzarti, perché in fondo sei sempre stato tu a decidere.

V. Tesone, G. Centracchio, R. Tamburro