Forme uniche della continuità nello spazio

Il 2 Maggio 2017, con la mia classe e con la 3E, sono andato a visitare una mostra del Novecento a Palazzo dei Normanni e, successivamente, la Cappella Palatina.

Una volta superati i controlli con il metal detector, siamo entrati nel palazzo, dove abbiamo letto alcune didascalie sugli autori e visto i quadri e le sculture che facevano parte della mostra.

La biografia che più mi ha colpito tra quelle che ho letto è quella di Fausto Pirandello, pittore siciliano, figlio di Luigi Pirandello, bravissimo autore siciliano, proprio perché è riuscito ad affermarsi in un campo diverso rispetto a quello del padre..

Da qui, siamo passati a visitare l’esposizione.

Le opere che mi sono piaciute di più, per l’uso dei colori e per l’idea che trasmettevano, sono: “Forme uniche della continuità nello spazio” di Umberto Boccioni, “L’isola dei giocattoli” di Alberto Savinio e “La Vucciria” di Renato Guttuso.

La Vucciria è un quadro bellissimo perché descrive in modo assolutamente realistico, il mercato di Palermo, come si vede dall’uso del colore e dalle forme delle merci esposte.

Mi ha colpito molto l’animale macellato appeso e la testa del pesce spada mozzata che sembrano proprio quelle che si vedono nei negozi di carne e dal pescivendolo, oltre che la enorme varietà di frutta e verdura.  Sembrava quasi di essere lì dentro e di sentire le voci dei clienti e gli odori della merce.

E’ un’opera in cui il pittore è riuscito a realizzare una figura di donna, vista di spalle, che sembrava muoversi tranquillamente in un piccolo spazio, in mezzo alle cassette di merce.

Il quadro, così realistico e colorato, è, secondo me, anche un ricordo che Guttuso ha voluto lasciare alla nostra città, rappresentando uno “spaccato” della vita e dello spirito dei Palermitani.

La scultura più bella e che già avevamo visto sul nostro libro di arte, per me, è quella di Umberto Boccioni, espressione dell’idea futuristica del movimento nello spazio.

Una volta usciti dal Palazzo, siamo andati a visitare la Cappella Palatina, capolavoro dell’arte Normanna e Bizantina .

Anche se la Cappella non è molto grande, la ricchezza dei decori, gli intarsi, i mosaici, lo scintillio dell’oro, ne fanno una chiesa bellissima.

In particolare, alzando gli occhi, mi ha colpito la figura del Cristo Pantocratore che, dall’alto, sembrava benedirci tutti.

La visita mi è piaciuta molto per la varietà e la bellezza delle opere esposte e, soprattutto, ho riflettuto sul fatto che non è necessario andare lontano perché, a volte, i capolavori sono vicini a noi.

 

RICCARDO VINCI 3A

I.C.S. Giotto Cipolla Palermo