Il racconto di Canterbury

Scoprire, imparare, esplorare, ammirare. Sono tutte cose a cui aspiriamo e di cui andiamo costantemente alla ricerca. Possiamo dire, noi studenti della III A , di aver in parte raggiunto questi obiettivi, grazie al viaggio a Canterbury, dove abbiamo vissuto come veri abitanti della città per un’intera settimana.

Non tutti abbiamo vissuto quest’esperienza allo stesso modo, poiché per alcuni di noi si è trattato del primo viaggio all’estero, mentre altri avevano già avuto esperienze simili.  Ad ogni modo, l’esito del viaggio si è rivelato assolutamente positivo, nonostante le piccole difficoltà che siamo stati in grado di affrontare al meglio. Le nostre giornate sono state scandite da attività con orari fissi, prima tra tutte la scuola, ma nonostante ciò abbiamo avuto la possibilità di ritagliare un po’ di tempo per visitare la città autonomamente.

Canterbury, una piccola città nel Kent, ha proprio l’aspetto di una tipica cittadina inglese. L’atmosfera rilassata e tranquilla, distante anni luce dal caos londinese, è stata davvero piacevole. Abbiamo visitato quelli che sono i principali luoghi di attrazione, come ad esempio la cattedrale, dove è seppellito San Thomas à Becket. Ma l’aspetto più rilevante di quest’esperienza non è costituito da ciò che abbiamo visto, che ci ha arricchito in maniera considerevole, quanto più da quello che abbiamo vissuto.

Siamo entrati in contatto con famiglie inglesi, le quali ci hanno ospitati, sebbene abbiano abitudini totalmente distanti dalle nostre, nelle quali non ci riconosciamo affatto. Abbiamo scoperto e ci siamo confrontati con una cultura differente, a partire dalle piccole cose, gli aspetti di vita quotidiana che variano da famiglia a famiglia, un nuovo modo di vivere che prima ignoravamo. Abbiamo aperto le nostre menti, nel cercare di comprendere e di adeguarci alle consuetudini giornaliere delle nostre host families. È stato sorprendente come il distaccarsi da tutti gli agi e le comodità a cui siamo quotidianamente abituati sia stato in un primo momento difficile per poi rivelarsi estremamente facile, grazie alle nostre capacità di adattamento. Del resto, in una situazione piacevole quale quello del viaggio scolastico, anche chi solitamente trova difficoltà nell’abbandonare, seppur momentaneamente, i propri punti fermi riuscirebbe facilmente a “sopravvivere” in una realtà molto diversa dalla propria. È vero anche che non tutti hanno avuto esperienze positive, soprattutto riguardo la sistemazione in famiglia, ma sono stati comunque in grado di vivere positivamente quei sei giorni, che in altro modo non potevano essere vissuti.

Eleonora Gioiosa, Federica Marelli, Paolo Altieri, Pietro Ferretti