Artico sempre più a rischio

Avete presente quelle possenti e immaginifiche distese di ghiaccio dell’Artico? Ecco, a sentire il rapporto 2016 del NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), l’agenzia deputata alla gestione dei sistemi di osservazione della Terra, verrebbe leggermente da preoccuparsi circa il loro stato di “salute”. L’estensione del ghiaccio marino nel mese di settembre – quando il valore minimo viene di solito registrato – ha infatti raggiunto un valore vicino al minimo storico del 2012. Si tratta di un problema immenso, che sta a cuore al mondo intero e in nome del quale più di 22mila persone si sono riunite per assistere alla più grande conferenza del nostro secolo a San Francisco, California. Il resoconto è dei più tragici di sempre: più di 60 scienziati provenienti da 11 diversi paesi hanno infatti confermato che l’Artico continua a riscaldarsi ad un passo pari al doppio del resto della Terra, con temperature fino a 3.5°C al di sopra della media – da notare, quasi il doppio del limite stabilito dall’accordo di Parigi per le temperature globali. E, come se non bastasse, sono intervenuti anche altri fattori contingenti tra cui l’ondata eccezionale di caldo che ha segnato l’Artico nei mesi di ottobre e novembre – con temperature medie fino a 6-7°C al di sopra della media. È stata proprio questa a causare un altro minimo storico, questa volta circa l’estensione del ghiaccio marino, ed è verosimile che ciò impedirà la formazione di un ghiaccio con uno spessore tale da resistere alla prossima stagione estiva… Come sempre, dietro all’ente americano per il clima, si staglia l’imponenza della Casa Bianca e del suo presidente. I segnali che giungono dal neonato presidente Trump sono poco rassicuranti – vedere in tal senso la nomina del nuovo direttore dell’ente di protezione dell’ambiente – e, come ha osservato in tal senso Marco Tedesco, professore Ordinario presso la Columbia University e presso il centro NASA GISS, spostano l’ago della bilancia sempre più verso gli interessi delle lobby petrolifere. Di recente la rivista “Nature” ha pubblicato uno studio in cui avvertono che, rispetto al passato, le conseguenze di questo stravolgimento potrebbero essere ancora più catastrofiche. Intanto la febbre dell’Artico continua a salire… mentre noi nel frattempo ci giochiamo la partita più importante (e decisiva) di tutte: salvare l’Artico o finire letteralmente affogati in un bel bicchiere d’acqua (senza ghiaccio, ovviamente). Staremo a vedere…
Chiara Donati 4D