Il Novecento visto dai suoi ultimi figli

In questo 2017 hanno già compiuto o stanno per compiere i fatidici 18 anni: si tratta dei ragazzi del ’99, non quelli arruolati in massa alla fine della Grande Guerra – a cui oggi sono intitolate vie e piazze – bensì i giovani nati cent’anni più tardi, gli stessi a trovarsi oggi ultimi eredi di un secolo difficile a classificarsi. Un “secolo breve”, come lo definì lo storico Hobsbawm, che ha visto l’avvicendarsi di due conflitti globali nel giro di trent’anni, cambiamenti drastici della società, del modo di pensare e anche di parlare, la divisione del mondo in due blocchi, la nascita della cultura pop, e mille altre cose mai viste prima sulla faccia della Terra. Ma come viene percepito questo lasso di tempo da coloro che sono nati al suo termine?
Per rispondere a questa domanda, al liceo romano Virgilio si è pensato di creare un sito che ospitasse un Atlante digitale del Novecento letterario (anovecento.net), in cui i ragazzi nati nel tardo Novecento o nei primi anni del Duemila si confrontassero in tutta libertà sulla letteratura del ventesimo secolo, ma non solo – anche sull’arte e sul cinema, ad esempio.
Negli ultimi mesi è stato messo online su questo sito un questionario destinato ai ragazzi (si parla di un campione di oltre 500 studenti nati fra il ’98 e il ’99) che comprende cinque domande sul rapporto col secolo in cui sono nati. Di primo acchito, a venire in mente quando si pensa al ventesimo secolo sono Pirandello, le guerre e, nomen omen, “Novecento” di Baricco. Parlando di libri, invece, spicca Primo Levi col suo “Se questo è un uomo” seguito da “Il fu Mattia Pascal” (a testimoniare la centralità di Pirandello in questa Weltanschauung) e poi dal romanzo distopico “La fattoria degli animali”. Musicalmente si pone saldamente in testa De André, l’argento spetta a Rino Gaetano e il bronzo ai britannici Pink Floyd. La quarta domanda, poi, riguardante la settima arte, ci porta a scoprire che i tre film giudicati più novecenteschi, sono tutti americani e tutti appartenenti all’ultimo quarto del secolo: nell’ordine, “Titanic”, “Star Wars” e “L’attimo fuggente”. Infine, interrogati su quale fosse l’oggetto più rappresentativo di questi cent’anni che possedevano in casa, i ragazzi hanno additato in prevalenza il telefono fisso, poi la libreria e, in ultima posizione, la televisione.
Insomma, come ogni epoca il Novecento ha lasciato la sua eredità, e questo esperimento se non altro ci è utile a comprendere cosa sia maggiormente rimasto ai posteri di questa travagliata e unica epoca.
Lorenzo Paciotti 4E