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La contradanza “cumannata” Danza popolare evocatrice di una ormai trascorsa serenità rurale

Quest’anno il progetto “Sul senso della comunità…la scuola adotta la città” ha permesso a noi bambini di aprire una finestra sul nostro paese e di  scoprirlo ricco di storia, arte e tradizioni. Tutta la cultura salemitana compresa la tradizione musicale  è influenzata dalle differenti dominazioni che si sono susseguite nel corso della storia. Le invasioni francesi nell’isola (già a partire dalla fine del 1200) diffusero una particolare danza definita  contradanza: danza di corte facente parte delle così dette “danze di società”, che si è poi diffusa tra le popolazioni locali, fino a diventare il ballo più praticato in occasione delle feste nuziali e soprattutto durante il Carnevale.                                        La contradanza siciliana è detta anche “cumannata” poiché i passi dei danzatori sono diretti da “u maestru ri ballu” o “bastoniere”.  A tutti l’amici,  mi raccumannu, na sta’ cuntraranza, di non sbagliari.“Siciliana” vi la cumannu, picchì tutti quanti nn’amu a capiri…  É così che “u bastuneri”, con un bastone in mano,  recitando dei versi detti  “cuminciatina”, dà inizio alla ”contradanza cumannata”.  Al suono del tamburello con i sonagli che sembra battere il ritmo del canto delle cicale e al suono acuto e gioioso dei friscaletti (flauti di canna), i danzatori ballano con allegria e creano armonia con riverenze e figure di danze.La proposta delle nostre insegnanti di imparare questo ballo popolare, a scuola, è stata accolta da noi bambini con molto entusiasmo, in primis, perché ci piace tantissimo ballare e poi perché abbiamo potuto  conoscere una parte del patrimonio della  cultura musicale dei nostri nonni. Il suono degli strumenti tipici del folklore creano in noi sensazioni di emozioni particolari.  Molto coinvolgenti le coreografie collettive: arco, ponte, cerchi concentrici, improvvisi cambi di direzione, tutto è lecito e consentito: l’imperativo è divertirsi!  Poi l’idea di indossare il costume tipico folkloristico:  gonna rossa e gilet nero e camicia bianca, le bambine; pantaloni alla zuava e gilet neri con la fusciacca rossa alla vita e camicia bianca, i bambini; ci rende ancora più euforici. Ci improvviseremo “gruppo folkloristico” e rievocheremo questa allegra memoria storica alla manifestazione conclusiva del progetto d’istituto, nel centro storico di Salemi. Questa esperienza gioiosa è di grande valenza formativa  perché promuove in noi quel forte “senso di appartenenza” ai luoghi e alle consuetudini diffuse della comunità salemitana.

Dalla redazione: classe IV A San Leonardo – IC “Garibaldi -Paolo II”- Salemi(TP)