Qual è il Paese più inquinato dell’Unione Europea?

Fra le 50 città meno “green” del Vecchio Continente, ben più della metà, per l’esattezza 33, si troverebbero in territorio polacco. Si può dedurre facilmente da questi dati come l’attenzione prestata al problema ambientale sia irrisoria in Polonia, la più grande e la più sviluppata nazione dell’Oriente europeo, appartenente sia all’UE che alla NATO. Notando questa particolarità della triste classifica, molte organizzazioni non governative (ong) hanno accusato l’attuale governo polacco, ma anche il precedente, che ha governato il Paese dal 2007 al 2015. Entrambi questi establishments avrebbero la colpa di aver ignorato bellamente le norme europee relative alla regolazione delle emissioni, in particolar modo del benzopirene. Si tratta di una sostanza altamente inquinante e cancerogena, le cui percentuali sono allarmanti in Polonia a causa dei sistemi di riscaldamento spesso obsoleti, ma anche per via del carbone di cattiva qualità utilizzato e dal frequente utilizzo di rifiuti come combustibile per produrre calore.
Recentemente nella capitale Varsavia c’è stata una conferenza stampa al riguardo, tenuta da ben quattro organizzazioni, due internazionali (Greenpeace e Client Earth) e due nazionali (Miasto jest nasze, che suona “la città è nostra”, e Akcja Demokracja), volta a criticare il programma di vigilanza ecologica messo in atto dal governo, il cui programma è stato definito insufficiente da tutte queste organizzazioni, dati e statistiche alla mano. L’accusa di aver ignorato la direttiva europea sullo smog non è stata smentita, peraltro, da alcuna fonte ufficiale.
“Purtroppo”, riferisce una rappresentante di Akcja Demokracja, Agnieszka Warso-Buchanan, “si ha l’impressione che per le nostre autorità il carbone sia più importante della salute di 38 milioni di cittadini”.
La questione polacca, come potremmo ormai chiamarla, non è di facile risoluzione: la Polonia possiede vasti bacini carboniferi nelle sue regioni meridionali, da cui dipende in larghissima parte per il fabbisogno energetico. Le ipotesi di ulteriori importazioni di gas e petrolio russi sono state escluse dal governo di Varsavia, viste le continue tensioni con Mosca, mentre le fonti rinnovabili sono ben al di là dall’essere una realtà, perciò al governo è parso logico scegliere il carbone. Anche se a scapito delle vite dei cittadini: si parla infatti di oltre 50mila decessi prematuri all’anno la cui causa principale è l’inquinamento dell’aria.
Lorenzo Paciotti 4E