Una scuola “possibile”

Quando qualcuno dice la parola “scuola” subito i nostri pensieri vanno allo zaino pesante, ai banchi pieni di gomme, ai compiti a casa e ai voti, più o meno belli. E se esistesse una scuola che non comprenda nessuna di queste cose?
Sembra impossibile, eppure Laura Milani, direttrice dello Iaad (Istituto di Arte Applicata e Design) ha deciso di fondare una nuova scuola elementare privata che aprirà a settembre, senza né banchi né zaini. La “scuola possibile” si troverà a Torino e sarà composta da solo due classi prime di 18 alunni ciascuna. Lo spazio che ospiterà le lezioni è veramente particolare, non solo per l’assenza di banchi: in 600 metri quadrati ci sono solo computer storici in vetrina, un vecchio videogioco, statue di bambini e poco altro.
“Abbiamo a disposizione materiali che ancora non sono stati utilizzati”, spiega Laura Milani, “saranno gli alunni a scegliere come arredare lo spazio. Non ci saranno né compiti né voti, dobbiamo rispettare i tempi: famiglia, amici, gioco. Se un bambino ha capito un concetto lo si può vedere in tanti modi, non bisogna per forza fermarsi sui suoi errori”. Nonostante la mancanza di valutazioni, a fine anno ogni bambino sosterrà un test per vedere cosa ha appreso.
La scuola si fonda sullo stimolo della creatività; ci saranno lavori di gruppo guidati da cinque insegnanti per classe con diverse aree didattiche.
Una particolare attenzione inoltre sarà rivolta all’alimentazione, la cucina della mensa preparerà pranzi vegani e biologici. Se ne occuperà l’associazione “Ordine dell’universo”. A gestire l’operazione è Cristina Cuscunà, presidente del coordinamento “Cambiamo la mensa”. La scelta delle pietanze dipenderà dalla loro energia, sarà dato cibo per trovare la concentrazione nei momenti didattici, e cibo che “rilassi” nei momenti ludici. Inoltre saranno dati consigli alle famiglie su cosa mangiare a casa, suggerendo anche stili alimentari adatti ad ogni bambino.
La scuola possibile, però non sembra “possibile” per tutti; infatti la retta costerà sui 7-8 mila euro. I creatori dell’istituto assicurano che i corsi saranno aperti a tutti e verranno distribuite borse di studio in base alle situazioni economiche familiari e alle caratteristiche del bambino: “Non vogliamo creare un istituto per benestanti, anzi uno dei valori che vogliamo trasmettere è l’eterogeneità”.
L’idea nasce da una critica all’attuale sistema scolastico, infatti pare che la scuola italiana si trovi al 47° posto nel mondo. La scuola possibile non è altro che una scuola parentale che riprende un modello molto diffuso negli Stati Uniti.
Naturalmente i dubbi sorgono spontanei, a cominciare dalla mancanza di voti, cosa che abitua i bambini fin da subito a ciò che accadrà alle superiori. Progetti futuri parlano dell’apertura di una scuola media e tra due anni potrebbe aprire anche ai disabili, poiché ora come ora non sono attrezzati. Intanto il personale non manca,ci sono oltre le 60 candidature, tra cui psicologhi, insegnanti e nutrizionisti. Nonostante sembri impossibile, forse è proprio questa la scuola del domani.
Alessia Priori 1B