IL bene e il male, due concetti relativi

La gloria ricercata nel bene, il fascino esercitato dal male e il fine reale delle nostre azioni hanno condizionato e condizionano ancora oggi la storia dell’umanità, riflettere su ciò che è la coscienza, il libero arbitrio e l’importanza della volontà, impegnandosi ad affrontare un tema di tale portata, suscita in chiunque un profondo senso di smarrimento dinanzi al quale si è spinti ad indietreggiare. Il bene e il male vengono concepiti spesso come due concetti relativi alla coscienza, alla cultura e ai modi di pensare di ogni individuo e formulare un’idea chiara, che permetta di distinguerli, non è di certo semplice.
Molto spesso il bene e il male invertono ai nostri occhi i propri ruoli prendendo uno il posto dell’altro, e ciò che è male diventa bene, ciò che è bene male. Se questi da un lato possono apparire come due poli opposti, dall’altro spesso li facciamo convergere per un unico fine, un po’ come quando attraverso una guerra si aspira alla pace… Kafka afferma nei Diari: «Il Bene, in un certo senso, è desolante», quanto potrebbe risultare appetibile un romanzo in cui l’unico argomento trattato è il bene? Non è detto che sia così ma, molto probabilmente, esso apparirebbe noioso, tanto più perché si crede che non sia possibile giungere al bene senza che in esso vi sia una parte di male.
«Il fine giustifica i mezzi» affermava Machiavelli, e così il principe ideale ora è colui che, nonostante metta in atto violenza e inganno, riesce a garantire il bene del Paese, mentre le teorie precedenti appaiono poco realistiche e più simili al «vissero per sempre felici e contenti» delle favole.

 

Il Bene, in un certo senso, è desolante

Il raggiungimento del bene non è però complesso come sembra, o almeno non lo è se, con coraggio, ci abbandoniamo fra le braccia dell’Amore. Con coraggio, perché a volte è necessaria qualche rinuncia ma, nonostante il male e l’egoismo esercitino il loro fascino sull’uomo, è solo nel superamento di questi che ritroviamo la nostra umanità. Non è semplice nemmeno agire nell’amore quando questo risulta un concetto astratto e confuso, quando l’amore non è amore e non si accontenta dei piccoli gesti dove invece, nascosto, risiede il bene. Ma lasciar posto all’amore, all’amore che si fa azione e concretezza, vuol dire dare dignità all’uomo e alla vita, vuol dire tendere al bene, all’infinito.

Ivana Pantano classe IV A