LA BUONA SCUOLA DIGITALE

Nella riforma, denominata la Buona Scuola, tra le azioni previste vi è il Piano Nazionale per la scuola digitale attraverso il quale si intende rinnovare il sistema scolastico, per quel che concerne l’uso delle tecnologie nella didattica.

Per attuarlo si prevede il raddoppiamento del Fondo di Funzionamento e agli studenti verrà proposta un’offerta formativa più ricca. La riforma, che in realtà va nella direzione di essere in continuità con altri progetti attivati negli anni precedenti sempre ad opera dell’Indire e del MPI, intende coinvolgere l’intera comunità scolastica nell’elaborazione del Piano dell’offerta formativa di ogni istituto ed è stata presentata nell’European schoolnet e successivamente in Italia.

L’European Schoolnet vede affiancati 31 Ministeri della Pubblica Istruzione europei e promuove apprendimento e innovazione nella scuola. Le finalità principali sono di favorire e facilitare la collaborazione tra le scuole europee e incoraggiare processi di standardizzazione in campo educativo, coinvolgendo sia gli insegnanti che gli alunni, e incoraggiare in special modo l’uso delle nuove tecnologie nella 1didattica. La riforma prevede, oltre ai punti precedentemente indicati, il cambiamento della concezione dell’ambiente scolastico, rendendolo uno 2spazio unico e integrato composto da tanti micro-ambienti finalizzati a scopi diversi. L’idea di scuola verrà rinnovata, attualizzando sia la didattica che lo spazio. La scuola proposta è un luogo in cui gli studenti possono studiare e interagire tra di loro in ambienti più confortevoli e più flessibili, funzionali per lezioni non solo di tipo frontale. Si tratta di spazi che presentano un adeguato livello di funzionalità, comfort e benessere per realizzare le molteplici attività della scuola. In alcuni Paesi del nord Europa sono state già costruite scuole di questo tipo.

Il percorso innovativo ha origine con lo studio degli ambienti di apprendimento, in particolare con “Quando lo spazio insegna”, una ricerca attraverso la quale l’Indire ha evidenziato che l’aula tradizionale costituisce uno strumento didattico ormai troppo rigido e inadeguato alle esigenze formative attuali che invece necessitano di spazi polifunzionali e modulari. Le tre direttrici principali lungo cui si snoda il tutto comprende:

la cooperazione internazionale attraverso la partecipazione al Group of National Experts on Effective Learning Environments dell’OCSE;

il supporto a iniziative nazionali di politica educativa attraverso l’analisi e la ricerca su realtà nazionali e casi di eccellenza a livello internazionale di Danimarca, Olanda e Svezia;

il supporto scientifico a scuole e reti di istituti scolastici che vogliono intraprendere un percorso di innovazione sul territorio.

1 Il portale europeo di European Schoolnet offre diversi siti in cui gli insegnanti possono aggiornarsi quali: l’eseMIUR (area Sistemi Informativi di pratiche scolastiche e opportunità di formazione) , il Virtual school (presenta risorse pedagogiche), il MyEUROPE (organizza attività per scuole), il Comenius Space (strumento di supporto per le scuole coinvolte nel programma COMENIUS), lo School Managers Centre (permette la condivisione delle esperienze tra dirigenti scolastici).

2 In Italia INDIRE, l’Istituto Nazionale di Documentazione per l’Innovazione e la Ricerca Educativa, si occupa di accompagnare l’evoluzione del sistema scolastico italiano investendo nel miglioramento delle scuole. INDIRE si avvale anche di diverse collaborazioni internazionali ed è l’istituto di ricerca che si occupa anche del Lifelong Learning Programme per contribuire allo sviluppo di scambi di contatti e esperienze tra scuole, studenti, compagnie e istituzioni di tutta l’Unione Europea.

Le lezioni classiche di tipo frontale sono sostituite dal “1+4” in cui lo studente avrà uno spazio per l’interazione e lo studio con gli altri studenti; uno spazio individuale – area studi e approfondimenti – uno spazio esplorazione, dedicato alla ricerca, e l’agorà, uno spazio di accoglienza al territorio.

Alessandro Ridolfi, Presidente dell’Ordine degli architetti PPC di Roma e Provincia, parla di riqualificazione del mondo edilizio e di ambienti flessibili, non solo nelle aule e corridoi. Riprendendo il modello 1+4, accennato precedentemente, L’architetto Ridolfi illustra diversi spazi e arredamenti facilmente adattabili a qualsiasi tipo di attività proposta dall’insegnante e di spazi dedicati all’inclusione sociale e attività ricreative. Arredamenti adattabili anche ad edifici scolastici già esistenti.

Si abbandona quindi l’idea di una scuola con spazi inutilizzati. L’aula è stata il luogo principale dell’istruzione scolastica, gli altri spazi erano strumentali o accessori alla sua centralità.

Questa nuova idea di scuola e di apprendimento ha il suo fulcro nel concetto: “quando lo spazio insegna”, una ricerca attraverso la quale si è evidenziato che l’aula tradizionale costituisce uno strumento didattico ormai troppo rigido e inadeguato per le esigenze attuali che invece necessitano di spazi polifunzionali e tecnologici. Nel piano della riforma è prevista la formazione docente. Le architetture scolastiche in progetto con la buona scuola, sono innovative perché consentono di rivoluzionare l’insegnamento attraverso il supporto partecipativo delle scuole e la progettazione condivisa basata sulla ricerca teorica e l’osservazione sul campo.

Come studentessa, l’idea di una scuola così innovativa mi piace anche se penso che con questi nuovi metodi di insegnamento, se ci si affida soprattutto a questo aspetto della didattica, si andrebbe a perdere quello che è lo spessore culturale che la scuola italiana ci insegna. Avendo trascorso dei mesi all’estero posso a ragion veduta fare un confronto tra il sistema scolastico italiano e gli altri.

Inoltre, trovo che queste ristrutturazioni all’interno della scuola e i cambi dell’arredamento siano essenziali per questo nuovo metodo di apprendimento ma ritengo sia ancora più essenziale una ristrutturazione di alcune scuole, per la loro sicurezza. Si dovrebbero avere scuole in regola, con bagni funzionanti, pareti vere e non di carton gesso, porte non rotte, palestre, laboratori e biblioteche funzionanti. Credo fortemente che contestualmente all’avvio di tale riforma degli ambienti scolastici, si debba pensare alla messa a norma delle scuole esistenti, soprattutto in un paese, come l’Italia, dove le scosse sismiche sono più che frequenti come illustra tristemente la cronaca.

di Arawa Kolossa, classe 5^ B, Liceo Artistico Statale Via di Ripetta

Docente: Oriele Orlando

Fonti

http://www.istruzione.it/scuola_digitale/index.shtml

http://www.indire.it/2016/12/16/architetture-e-arredi-scolastici-innovativi-conclu so-a-roma-il-convegno-indiredipse/

http://www.indire.it/progetto/architetture-scolastiche/

http://www.eun.org/observatory/perspectives;jsessionid=78D01FD94B7718D EB182F5D858E0B5F7

https://archivio.pubblica.istruzione.it/innovazione/progetti/schoolnet.shtml

https://labuonascuola.gov.it/documenti/LA_BUONA_SCUOLA_SINTESI_SCHEDE.pdf?v=185942