INTERVISTA AL PROFESSOR FRANCESCO AVOLIO

L’Italia è un paese ricco di dialetti, questo perché è antico e pieno di cultura e storia. La nostra classe, la seconda A,  ha avuto l’opportunità di intervistare il professor Francesco Avolio, padre di una nostra compagna, specializzato in dialettologia e insegnante all’università de L’Aquila. E’ stato molto interessante intervistarlo, questo è quello che ci ha detto.

Cosa fa un dialettologo?

Si occupa di studiare i dialetti, cioè varietà linguistiche parlate all’interno dei nostri confini. I dialetti sono i “figli” meno fortunati del latino  ed i  “fratelli” dell’ italiano.                

Quali materie ha dovuto studiare per poter svolgere questo lavoro?

Bisogna avere conoscenze in tutti i campi ma soprattutto bisogna conoscere bene il latino ed il greco.

Ci sono dei dialetti principali che si studiano, durante il suo corso ?

La dialettologia non è lo studio di ogni singolo dialetto, perciò non ce ne possono essere di principali. Lo scopo reale del mio corso è far apprendere agli studenti come sia l’Italia linguistica nelle diverse zone.                       

Quando era ragazzo voleva diventare dialettologo?

Da piccolo amavo disegnare e volevo diventare produttore di cartoni animati. Mi incuriosiva però il fatto di saper parlare due dialetti, visto che, nonostante vivessi a Roma, la mia famiglia ha origini napoletane.

La sua passione per il lavoro sconfigge la paura dei terremoti che hanno colpito, o che potrebbero colpire l’Abruzzo?

Fortunatamente durante il terremoto del 2009,  non ero a L’Aquila ma le nostre aule erano crollate e abbiamo dovuto fare lezione in tenda.

Che rapporto ha con gli studenti?

Il rapporto fra insegnante e alunno non è molto intenso e prolungato all’università ma il compito del docente è sempre quello di far appassionare lo studente alla  materia.

Le pesa vivere a Roma e lavorare a L’Aquila?

Quando ero più giovane, non avvertivo molto il fastidio del viaggio, ora mi stanco un po’ di più, ma comunque il viaggio è sempre molto bello.

Cosa le piace di più del suo lavoro?

Il dialogo con le persone, infatti per fare ricerche sui dialetti non ci si può basare molto su fonti scritte, perciò quasi sempre bisogna parlare con la gente del luogo per sapere qualcosa in più su un determinato dialetto.       

Quale dialetto preferisce?

Non ci sono dialetti brutti o belli,  personalmente preferisco il dialetto napoletano e il romanesco, perché li ho sempre parlati, fin da bambino.                   

Abbiamo saputo che ha scritto un libro, di che parla?                                      

Parla principalmente dei dialetti e delle minoranze linguistiche, di cui illustra anche le principali caratteristiche.

Ha mai insegnato all’ estero ?

Ho insegnato anche a Cracovia e a Costanza.

Cosa ci consiglierebbe per non fare errori grammaticali?

Per migliorare l’italiano, vi consiglio di seguire sempre le lezioni, di ascoltare e leggere molto.

E’ stato bellissimo poter porre le nostre domande ad una persona che  svolge questo tipo di lavoro.  Come dice il professor Avolio, “ogni dialetto è come un tassello di un mosaico, se perdiamo anche solo uno di questi tasselli, perdiamo tutto”.

 

CLASSE SECONDA A