CAOS PIAZZA SAN CARLO: ITALIA PARTE LESA… E COLPEVOLE!

Quando Erika Pioletti ha esalato l’ultimo respiro, il nostro paese è stato immediatamente convocato in tribunale al cospetto del magistrato, la signora Italia stessa, per l’accusa di omicidio colposo e contemporaneamente di essere parte lesa. Non è un paradosso,ma solo la cruda realtà, perché in questo processo lo Stivale ricopre tutti e tre i ruoli: vittima,colpevole, e giudice. Sabato tre giugno abbiamo compensato gran parte degli attentati che finora (assai stranamente) non sono arrivati, con un bell’autogol nella nostra porta,quella di Piazza San Carlo. Ce l’abbiamo messa tutta per compiere questo atto autolesionista, scegliendo anche il campo più sfavorevole : no al prato verde dello Juventus Stadium, si al duro e spigoloso selciato della piazza più grande di Torino. No ai seri controlli di uno degli impianti più sicuri in Italia, si alle blande perquisizioni di chi è stato complice della presenza di bombe-carta e fumogeni all’interno dello slargo. Tornando all’udienza, l’imputato è anche accusato di depistaggio per il tentativo di persuasione degli inquirenti della colpevolezza di un innocente,(un giovane ragazzo con uno zainetto) che provava solo a calmare la massa. Ora la domanda da farsi è: chi muove la marionetta dietro la tenda? Questo è uno dei punti fermi da cui partire nelle indagini, e il nome di Chiara Appendino non può di certo nascondersi tra la folla delle trentamila persone presenti a Piazza San Carlo. In veste di sindaco è lei che ha coordinato (o perlomeno autorizzato) l’organizzazione dell’evento,ottenendo come risultato una serie di falle visibili già a occhio nudo: in primis, le vie d’uscita della piazza erano solo cinque, e ben due di queste erano ostruite. Immaginatevi un terrorista con armi da fuoco ed esplosivi, in condizioni del genere,quante vittime avrebbe potuto mietere; sarebbe stata una carneficina. In secondo luogo, c’è stata un’assoluta mancanza di attenzione nelle ispezioni prima della partita: infatti, la principale causa delle ferite dei tifosi,è stata il contatto (nelle innumerevoli cadute) tra quest’ultimi e i cocci di vetro delle bottiglie consumate durante l’incontro. Nella maggior parte dei casi,per ragione di ordine pubblico, i comuni impediscono di portare in luoghi aperti bibite in contenitori in vetro. Purtroppo stavolta così non è stato. Italia TRIcolore, tante gradazioni quanti ruoli in questa vicenda: verde, bianco, rosso, giudice, vittima, colpevole. Allegorico questo numero, talvolta si dice sia quello perfetto, direi che purtroppo non sia questo il caso. Sempre TRE erano le persone finite in coma dopo l’incidente; per fortuna due ce l’hanno fatta, ma una ci ha lasciati. E ora, in che modo ci puniremo per un omicidio commesso da noi stessi ai danni di noi stessi? La decisione spetta a noi, nell’auspicio di essere più intransigenti e rigidi possibili, senza alcun sotterfugio, in un paese in cui regna l’arte dell’arte delle TRE carte…

 

di Emanuele Caviglia