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L’università scrive al governo: gli studenti scrivono male!

600 docenti universitari hanno deciso di scrivere una lettera al governo per mostrare un problema che si manifesta spesso nelle università: “molti universitari non sanno più scrivere, sbagliano i congiuntivi e scrivono come se stessero mandando dei messaggi sul telefono” dicono nella lettera i docenti, tra cui ci sono anche alcuni nomi di personaggi illustri come per esempio gli accademici della Crusca, alcuni importanti linguisti e molti altri. “Dobbiamo intervenire:” continuano “è da diverso tempo che gli studenti hanno grandi carenze linguistiche con errori a malapena consentiti in terza elementare”. E indicano anche la soluzione: “Le scuole devono essere più dure sulla grammatica, correggere gli errori di apprendimento prima che sia troppo tardi, sennò né l’impegno degli insegnanti né i nuovi strumenti di apprendimento saranno sufficienti a colmare queste lacune”.
“Per fortuna” come commenta nella lettera un docente “ci sono anche molti ragazzi in gamba e preparati”. Il problema sarebbe da imputare soprattutto all’insegnamento di base, cioè quello delle elementari, che tende ad aumentare in modo preoccupante con l’età. Secondo i protestatari “bisogna cambiare, fare in modo che alla fine del ciclo di studi tutti abbiano abbastanza strumenti linguistici di base”
Dopo una settimana da questa lettera ne è uscita un’altra, una sorta di contro-lettera di 250 linguisti. In questa lettera aperta, al contrario della precedente, gli autori difendono le scuole primarie e la competenza dei maestri e delle maestre. Le due lettere, una contrapposta all’altra sembrano come due campi nemici in cui da una parte spicca la parola “progresso” dall’altra “declino”. In questa nuova lettera viene infatti affermato il contrario: “Non è vero ciò che dicono, le prove internazionali Ocse dicono che i bambini italiani sono tra i più bravi al mondo, le università dovrebbero accettare il fatto e interessarsi al miglioramento della scrittura”. Molti hanno firmato questa nuova lettera tra cui Luca Seriani, un importante linguista italiano. Ancora l’accademia della Crusca non ha espresso una posizione ufficiale e il presidente Claudio Marazzini ha dichiarato che ne stanno ancora discutendo.
Ma la domanda principale, vedendo entrambe le lettere è la seguente: chi ha ragione? Forse entrambe, entrambe dicono in parte cose giuste e in parte sbagliate. Non si può dire che gli studenti italiani non sappiano più scrivere perché non è vero, ma dall’altra parte a volte all’università arriva veramente gente che non sa minimamente scrivere. Forse quegli studenti bisogna aiutarli senza tirarsi indietro perché tutti meritano una seconda possibilità.
Sara La Torre
Classe 1B