Terapia della foresta, ora anche in Italia

È ben noto che l’alta montagna sia un toccasana per chi soffre di problemi respiratori; ultimamente però si sta sviluppando una teoria che darebbe più peso alla natura circostante, anziché all’altitudine.
I primi a teorizzare dei benefici per la salute provenienti semplicemente dall’ambiente naturale circostante sono stati degli studiosi giapponesi negli anni Ottanta del secolo scorso. Dopo esperimenti e ricerche durati decenni, alcuni luminari del Sol Levante hanno pubblicato un saggio dal titolo “Effetti fisiologici della terapia della natura”, che parte da un presupposto quasi elementare: l’essere umano ha trascorso più del 99% della propria esistenza fra i boschi o comunque in ambiente naturale, e si trova “ingabbiato” nelle città da pochissimo tempo, se lo si confronta coi tempi evolutivi. Perciò, affermano gli scienziati, è chiaro come l’uomo si trovi a proprio agio in mezzo alla natura e ne riceva in cambio, fra l’altro, degli effetti positivi.
Sulla scia dei primi centri giapponesi, ne sono stati aperti alcuni negli Stati Uniti e poi in qualche paese europeo, come la Danimarca o la Spagna, e fra poco anche l’Italia seguirà l’esempio. Il primo centro nostrano per questa innovativa “terapia della foresta” aprirà a maggio nelle valli del Natisone, un ambiente idilliaco situato in Friuli Venezia-Giulia, quasi al confine con la Slovenia. Queste valli, le cui quote variano dai 200 ai 700 metri sul livello del mare, possiedono un microclima paragonabile all’alta montagna e sono oltretutto immerse completamente nel verde (a causa dello spopolamento dei paesi di collina avvenuto nel secondo dopoguerra). Tutti questi fattori rendono questi luoghi ideali per sperimentare questo trattamento; se n’è interessata un’associazione locale, la Malin-Mill, che ha presto ricevuto il sostegno di un gruppo di ricerca dell’Università di Udine per la creazione di questo centro.
I primi a godere dei benefici di questo progetto saranno i bambini asmatici: fra le peculiarità delle valli del Nasone c’è infatti una straordinaria purezza dell’aria, dovuta all’assenza di quei forti venti che invece soffiano su gran parte del Friuli. Il centro sarà aperto per ben tre stagioni all’anno (tutte eccetto l’inverno) e farà da pioniere per verificare l’effettiva validità di questa cura, validità di cui, all’Università di Udine, sono già pienamente convinti.
Lorenzo Paciotti – Classe 4E