Ginger – Racconto di Natale

Sabato 24 dicembre verso le ore 16 sono andato con tre miei amici a vedere un film, “Ricchi Ma Poveri”, con Crhistian De Sica. Mi sono divertito molto, ma purtroppo alla fine del film mi è arrivata la notizia che a casa non c’era nessuno e che io dovevo ordinarmi una pizza. Al ritorno verso casa,  ho sentito una specie di singhiozzo venire da casa di mia nonna (anche lei quel giorno era fuori). Quindi, impressionato e incuriosito, sono andato a vedere da dove provenisse. La porta era socchiusa,io non ero più incuriosito: ero impaurito.  Non sapendo cosa fare sono tornato giù e sono entrato  in casa mia. Dopo che era arrivato il pizzaiolo ho sentito lo stesso singhiozzo.  Preso dalla rabbia, ho spalancato la porta di casa di mia nonna urlando un minaccioso ”ora chiamo la polizia”. Mi sono girato  e ho spalancato gli occhi perché non stavo credendo a quello che stavo vedendo: ERA UN ELFO! Ho pensato che fosse un’allucinazione o qualcosa di simile perché non credevo più a Babbo Natale da un pezzo. Nessuno a 13 anni crede a Babbo Natale. Balbettando ho detto: ”Co-co-co-come ti chia-chia-chiami?” Lui non ha risposto, allora gli ho chiesto: ”Ma pa-pa-parli la mia lingua?” Lui ha annuito. Io mi sono  avvicinato e lui ha cominciato a parlare, dicendomi: ”Ebbene sì, sono un elfo. Se ti chiedi perché parlo la tua lingua è perché gli elfi conoscono tutte le lingue del mondo e se ti chiedi perché sono in casa tua è perché mi hanno buttato giù dalla slitta di Babbo Natale e infine mi chiamo Ginger”. Impressionato dalla storia l’ho invitato  a casa mia, lui ha  accettato. Non sapevo cosa fare: se lo facevo sapere a tutti, i telegiornali italiani sarebbero venuti qui a casa mia ad intervistare l’elfo e non è che ne avessi tanta voglia. A questo punto mi feci spiegare meglio la storia.  Perché avrebbero voluto buttarlo giù dalla slitta ? Lui ha cominciato a raccontare: ”Mi hanno buttato giù dalla slitta perché io non sono un elfo qualunque: sono l’elfo più intelligente e non mi ha scaraventato Babbo Natale ma un elfo invidioso di me, Ason”. Dopo avermi spiegato la storia stavo pensando a dove nasconderlo: in cantina?  Ma poi come facevo a nutrirlo? Pensai nella soffitta, ma il discorso era lo stesso. A questo punto ho preso la decisione di dirlo solo alla mia famiglia e lui era d’accordo. Ho preso il cellulare e ho chiamato mio babbo che  non ha creduto alla mia storia. Abbiamo aspettato che tornasse a casa. Abbiamo aspettato 25 minuti in silenzio appena mio padre è entrato in casa, è cascato  per terra svenendo, invece mia mamma ha avuto solo un lieve capogiro.  Non sapevamo cosa fare con mio babbo, perché se chiamavamo l’ambulanza Ginger sarebbe stato scoperto, quindi lo abbiamo fatto sdraiare sul divano. Il mattino seguente i miei fratelli sono stati informati dell’accaduto. Non ebbero nessuna strana esitazione, tranne un grosso urlo di stupore. Il giorno di Natale era iniziato, ma Ginger non era contento, allora mi avvicinai a lui e gli chiesi il motivo della sua tristezza. Mi rispose: ”E adesso come farò a tornare a casa?  Appena Babbo Natale si accorgerà che io non ci sono più cosa penserà?” Io non sapevo cosa fare, insomma volevo riportarlo a casa, ma come? Il Natale lo abbiamo passato insieme a Ginger. La mattina seguente mi è venuta un’idea e gliel’ho proposta: ”E se prendessimo un aereo per andare in Groenlandia  e poi tu Ginger ci porterai nella fabbrica di Babbo Natale? Poi spiegheremo a tutti che Ason ti ha buttato giù dalla slitta”. C’è stata un’immediata risposta da parte di Ginger: ”E a me dove mi mettete?” “In un bagaglio, Ginger” gli ho spiegato. Ha accettato con entusiasmo. Il 29 siamo partiti, io e la mia famiglia, per la Groenlandia (eravamo gli unici sull’aereo). Appena arrivati, Ginger ci ha mostrato la strada per la fabbrica di Babbo Natale. Giunti a destinazione, tutti hanno abbracciato Ginger chiedendogli dove fosse finito. C’è stato solo un piccolo problema, appena ci videro si presero tutti paura. Insomma adesso noi sapevamo il segreto di Babbo Natale. All’inizio hanno creduto che fossimo stati noi a rapire Ginger ma per fortuna Ginger raccontò la storia e Ason fu costretto ad una durissima punizione… l’ umanizzazione. Non sapevo cosa fosse, ma appena me la spiegarono mi presero i brividi. Mediante un laser lo avrebbero trasformato in umano ovvero un mortale. Ma non è finita qui. Verrà mandato in galera e verrà condannato all’ergastolo. Ginger però nonostante tutto  è intervenuto dicendo che secondo lui non era giusto ricorrere all’umanizzazione. Secondo il suo parere Ason doveva solo subire una punizione. Tutti approvarono il consiglio e Ason è stato messo a pulire tutte le stanze della fabbrica. Ason e Ginger diventarono i migliori amici che si possa immaginare.  Io e la mia famiglia siamo stati per una settimana intera nella fabbrica di Babbo Natale. Alla fine dovettero ricorrere ad uno “smemoramento” verso la mia famiglia ma non verso di me ovvero: scattando una foto la mia famiglia avrebbe perso il ricordo di Ginger e della fabbrica di Babbo Natale.  Non so perché con me non abbiano applicato questa procedura. Ed è per questo che riesco a ricordarmi ogni singolo momento di quelle due settimane.

 

Duccio Bardazzi – Classe 3D