Disturbi del sonno, gli schermi ne sono la causa

Da quando sono nati telefoni, tablet e dispositivi touch , andare a letto è diventato un problema, infatti da un sondaggio pubblicato sullo “Scientific Reports” risulta che utilizzare tablet e smartphone durante il giorno, potrebbe provocare poi da adulti (circa a 30 anni) un “rallentamento“ del sonno. Questi problemi però non sono risolvibili con pillole e medicinali, perché le medicine sedano il cervello e non lo aiutano ad addormentarsi: l’ unico rimedio è la terapia cognito-comportamentale, che consiste nel parlare ad alcuni psicologi specializzati dei tali problemi, e se necessario adottare tecniche di rilassamento, ma nella maggior parte dei casi, le persone tendono a trovare soluzioni più facili e veloci e in questo caso… le pillole.
L’uso di smartphone e tablet è diffuso fra 3 bambini su 4 tra i sei mesi e l’ anno d’età e ciò, secondo i ricercatori dell’università di Birkbeck, a Londra, porterebbe alla perdita di 16 minuti di sonno al giorno. In essi quindi aumentano le ore di sonno diurno e diminuiscono le ore di sonno notturno. I due tipi di sonno però non sono equivalenti perché soltanto nella notte quello che si è appreso durante il giorno viene consolidato.
Ormai però, in qualunque farmacia, troviamo creme, medicine, pillole contro il sonno, e molto spesso i genitori preferiscono acquistare questi prodotti e lasciare i piccoli utilizzare tablet e smartphone senza un limite.
Un problema quindi sono anche i genitori, che come dovere dovrebbero limitare o ancora meglio proibire l’uso di tablet e smartphone ai bambini. Spegnere i video, però, è sono un passo avanti, perché ai bambini deve essere chiaro che “all’ ora di andare a letto si deve andare a letto,” afferma Viacari , responsabile della neuropsichiatria infantile al Bambin Gesù di Roma “oltre a questo,” continua Viacari “la sera , tutti i riti che favoriscono l’addormentamento, le favole, le luci basse e i rumori attenuanti, sono i benvenuti”.
Maria Bertagni – Classe 2D