Douglas Tompkins dona cinque parchi naturali al Cile

Il cambiamento climatico: è un argomento del quale sentiamo parlare ogni giorno in TV, sui giornali, tra la gente. Sentiamo parlare del famoso signor “riscaldamento globale” e della sua compagna “effetto serra”; sentiamo parlare di quanto disastrosa sarà la situazione tra ottant’anni, quando ormai i ghiacci saranno del tutto sciolti, i pinguini si saranno estinti, gli orsi polari pure e una nuvola di gas mortali piomberà sul mondo; di quanto dovremmo preoccuparci per questi fatti e di quanto non lo facciamo. Un quadro piuttosto negativo. Ma sentiamo spesso parlare di persone che tentano (riuscendoci magari) di affrontare seriamente questo problema? Se la vostra risposta è no, sicuramente vi riempirà il cuore questa storia che sto per raccontare.
C’era un uomo che si chiamava Douglas Tompkins. Era (“era” perché è morto due anni fa) un milionario, pieno di soldi fin sopra i capelli, fondatore di North Face, uno dei marchi di abbigliamento più famosi al mondo, che lo scorso anno ha guadagnato ben 2,3 miliardi di dollari e, ancor prima, nel 1968, capo del marchio Esprit. Ventisette anni fa, quando lasciò l’azienda, iniziò a costruire il suo più grande sogno: Douglas non era un milionario come tanti, ricoperto dai soldi e del tutto assorto nel suo paradiso fiscale, al contrario era un uomo deciso a dedicarsi all’ambiente, alla biodiversità e a tutta la natura che lo circondava. Il suo aiuto all’ecosistema lo offrì al Cile: per tutta la sua vita, grazie a tutti i soldi che possedeva, aveva acquistato tantissimo terreno nelle terre cilene, arrivando all’esorbitante area di oltre 4 milioni di ettari.
La vera notizia, però, è quella che sembrava non avesse intenzione di farci nulla: lui comprava, comprava e comprava ancora, senza, a quanto pareva, nessuno scopo, tanto che qualcuno lo accusò di voler nascondere scorie nucleari americane o di voler sfruttare le risorse del territorio, pur di voler trovare una soluzione all’enigma. Ma lui sapeva bene la ragione per cui lo faceva e aveva un obbiettivo ben preciso. Purtroppo non riuscì a conseguirlo, poiché morì prima. Sua moglie, la sua seconda, decise di avverare il suo desiderio e donò tutto questo terreno, più precisamente 4,5 milioni di ettari, allo stato del Cile, accordandosi di costruire cinque nuovi parchi. Questi erano e tutt’oggi sono delle importantissime aree naturali per il Cile, grandi quanto Capo Verde e come tre volte lo Yellowstone o lo Yosemite Park, due tra i più grandi parchi nazionali degli Stati Uniti.
“Vediamo la perdita di biodiversità come una delle più grandi crisi del nostro tempo” diceva spesso Tompkins. “Lui aveva capito i rischi del cambiamento climatico molto prima che se ne parlasse nel dibattito politico. Per il Cile è stato un grande giorno” ha detto la moglie Kris.
Grazie a questa sua ammirevole azione non solo ha inserito un elemento verde nelle terre cilene, ma ha fatto diventare “zona protetta” il 20% di tutto il Cile. Ma attenzione, la storia non è finita qui: fra le terre acquistate e difese da Tompkins c’è anche un’ampia parte del territorio della Patagonia che fra pochi mesi sarà ceduto al governo argentino alla stessa condizione, ovvero che sia trasformata in un’area protetta.
Sofia Ranfagni Picchianti – Classe 2C