Il mondo dei gatti – Racconto

Lo scienziato Robert Spiller era nel suo laboratorio a fare uno di quei miscugli vari dai quali poi usciva sempre di solito uno strano fumo maleodorante. Ad un certo punto sentì un raschiare tra le scatole piene di boccette vuote. All’inizio pensò che fosse un topo, ma subito dopo ritirò quello che aveva pensato perché il rumore era diventato troppo forte perché fosse un topo, così si avvicinò alle scatole ancora con i guanti e una fialetta in mano .
Quello che usci dagli scatoloni fu sconvolgente: un gatto molto grande, seguito da due piccoli gattini che sapevano a malapena miagolare .
Così appoggiò la fialetta, si tolse i guanti e prese di sfuggita uno dei due gattini che stavano scappando, per poi appoggiarlo sul piano di lavoro. Al tatto lo scienziato si stupì della durezza del suo pelo: sembrava legno. Il gattino miagolò, ma il suono che emise non fu molto normale; dalla bocca emise uno stridulo, come se il gattino fosse strozzato .
Controllò la sua gola e non vide nessuna corda o cavo che potesse strozzarlo, decise poi di lasciarlo andare, ma prima gli tagliò accuratamente una ciocca di peli dalla schiena. Quella sera non fu una delle migliori per lo scienziato: continuava a sentire quei miagolii strozzati, e quando si svegliò si accorse che le sue mani erano di colore nero, nero intenso, poi si ricordò del gattino, che era di colore nero, nero intenso, proprio come il colore delle sue mani. Se le lavò: era terra, terra nera. Corse subito in laboratorio, guardo il tavolo di lavoro, e vide che era di un colore nero, proprio con la forma del gatto. Cercò il gattino, lo trovò, e riuscì a catturarlo. Lo lavò, e quando lo mise sotto l’acqua il pelo del gatto risultò essere di un colore bianco .
Nei giorni successivi lo scienziato lo curò, gli diede da mangiare, ma si accorse che dopo un po’ di tempo il gatto riassumeva quel colore nero che aveva dall’inizio. Così pure le sue mani e il tavolo di lavoro dove lo aveva appoggiato. Ogni volta lo lavava, ma ritornava di nuovo nero.
Un giorno però volle tenerlo d’ occhio, gli appiccicò così una mini telecamera per osservare i suoi movimenti, e quando guardò il video dopo pochi minuti il gatto, che era addormentato nella cuccia, si alzò in piedi e… purtroppo la registrazione non riuscì ad andare avanti, allora lo scienziato decise di osservarlo con i suoi occhi .
Stette quattro ore fermo ad osservarlo mentre dormiva, ma quando il gatto finalmente si svegliò, lo seguì fino al muro, ma il gatto non si fermò, riuscì a attraversare il muro: lo scienziato pensò che fosse un’illusione ottica; ma quando fece per attraversarlo si ritrovò in terra con un bernoccolo viola sulla testa.
Dove era andato il gatto?
Come aveva fatto ad attraversare il muro?
Le domande erano tante, ma lo scienziato non ragionò nemmeno per un attimo, prese una pala e buttò giù il muro: quello che vide fu incredibile.
Si ritrovò su un pianeta tutto diverso: era nero, di un nero intenso, come il gatto e le sue mani. Vide il gatto nero che aveva curato per alcuni giorni scomparire nel buio. Quel pianeta era pieno di terra nera e odorava di croccantini. Raccolse la terra , e capì che quella “terra” era in realtà piena di croccantini, ecco perché il gattino spariva. Ogni cosa che toccava con il suo corpo assumeva il suo colore dopo solo un minuto.
Tornò a casa , ma si ritrovò nel letto . Si alzò sconvolto e proprio in quel momento sua moglie gli disse che si era addormentato, e che sembrava davvero agitato quella notte. Ricevette una chiamata dal suo capo che lo avvertiva che gli avrebbe sottratto una numerosa somma dal suo stipendio . Proprio in quel momento capì che era stato tutto un sogno, e che lui non era uno scienziato, ma un semplice avvocato.

Maria Bertagni – Classe 2D
Scuola Secondaria di primo grado “Puccini” di Firenze