La conquista – Racconto

Quando atterrai e scesi dalla nave, il suolo mi sembrò molto strano: era arido, granelloso e di colore giallino, l’aria era calda e sentii subito del vento soffiare intorno a me.
Vidi uscire da un nascondiglio un mio simile che mi fece segno di seguirlo dentro un tunnel sotterraneo dove c’erano missili e bombe e qualche meccanico intento a aggiustare una nave da trasporto; la mia guida mi portò in una stanza dove c’era un mio superiore che mi disse di andare a archiviare dei fogli su di me che lui aveva appena firmato.
L’archivio era in fondo al corridoio, aprii la porta e appoggiai i documenti su un tavolo, poi cercai il cassetto giusto e li misi dentro.
Tornai indietro e vidi il superiore porgermi un’uniforme: la presi e presi a incamminarmi verso la mia stanza, mentre uscivo lui mi disse che avrei incominciato domani.
Pensai che da domani alle otto la mia vita sarebbe stata in bilico; poi la sera calò in fretta e mi misi dentro al letto, addormentandomi quasi subito.
Il mattino era arrivato: mi alzarono di peso per portarmi al confine dove c’erano dei soldati che sparavano contro degli esseri ripugnanti, e alcuni di loro ogni tanto cadevano per terra.
I miei compagni mi porsero un fucile, riuscii a colpirne uno, però un po’ mi dispiacque, anche se allo stesso tempo la cosa mi incoraggiò: forse potevo uscire vivo da questa guerra.
Il giorno finì in fretta tra la paura e la tristezza del campo di battaglia; mi trascinai a stento sulla mia branda per la stanchezza, sdraiandomi sul letto e addormentandomi subito.
Era il mio primo giorno dopo l’Accademia, a casa mi sembrava così facile: volevo essere patriottico come mio fratello che è capitano di una divisione. Lui non combatteva e stava in ufficio ma a me piaceva stare al fronte. Tre anni dopo sono morto proprio qui, su questo pianeta chiamato Sol III, che i locali chiamano Terra…

 

Niccolò Serni – Classe 2D
Scuola Secondaria di primo grado “Puccini” di Firenze