Nell’arena – Racconto

Aixel mi osserva, vede la stessa espressione mia: paura. I nostri padroni ci osservano dall’alto. Mi hanno preso da uno centro di allenamento per gladiatori. Siamo entrambi stati comprati insieme io Wrench e lui Aixel siamo alti uguali solo che io sono biondo e lui moro. Io sono nato da due genitori italiani solo che io ho milioni di gemelli nel mondo invece Aixel è figlio unico di due tedeschi. Oggi è un giorno speciale per i miei padroni, oggi è il giorno della “Lotta”. Quest’anno io e Aixiel lotteremo contro gli altri gladiatori che sono sotto i miei superiori. L’arena è vasta e cambia di colore a seconda della zona: color legno per la parte più lontana dal centro, marrone scuro per la parte destra, verde con alti pali dal tronco marrone per la parte esterna all’edificio principale e così via. La sfida va avanti anche se il gladiatore perde un braccio o una gamba e quindi si è obbligati a giocare anche se si è mutilati o stremati per i combattimenti precedenti. Chiunque sia sopravvissuto non ha avuto la forza di raccontare la paura e il dolore che si provava nell’arena. Non vorrei entrarci, ma il mio padrone mi prende di peso e mi sposta nel campo di battaglia. Lo osservo più da vicino e noto le colossali differenze tra me e lui. A differenza mia loro non hanno un espressione fissa, la cambiano a seconda delle cosiddette emozioni che provano, sono alti molto o, come dicono loro, un metro e ottanta centimetri, anche se ognuno di loro ha un’altezza differente, in più loro non hanno marcato il nome del loro genitore addosso. Io porto scritto “London army’s toys”. Che strani gli umani, sono completamente differenti da noi soldati di legno…

Leonardo Fattori – Classe 2D
Scuola Secondaria di primo grado “Puccini” di Firenze