La 2D incontra Francesco D’Adamo

Lo scorso 11 aprile alla Libreria Feltrinelli di Firenze abbiamo intervistato Francesco D’Adamo sul suo romanzo “Dalla parte sbagliata”, sequel del fortunato bestseller per ragazzi “Storia di Iqbal”, che racconta la vita del coraggioso Iqbal Masih, un adolescente pakistano che riuscì a scappare dal suo padrone, divenne un attivista impegnato contro lo sfruttamento minorile e per questo fu eliminato dalla cosiddetta “mafia dei tappeti”. D’Adamo ha pubblicato “Dalla parte sbagliata” (Giunti), un romanzo che vede protagoniste due compagne di prigionia di Iqbal e che, oltre allo sfruttamento minorile, affronta tematiche scottanti come l’immigrazione clandestina e la condizione svantaggiata delle donne in Pakistan.
Perché ha scelto di scrivere libri di denuncia sociale?
«Ho scelto di scrivere questo tipo di storie perché sono quelle che mi rappresentano di più come persona. Storia di Iqbal è nato vent’anni fa leggendone la notizia sul giornale».
“Dalla parte sbagliata” è uscito a vent’anni dalla morte di Iqbal: secondo lei che avrebbe fatto se fosse sopravvissuto?
«Iqbal sarebbe un signore di 34 anni e in una delle mie fantasie sarebbe stato sotto il palco dove veniva assegnato il Nobel a Malala, che ha rischiato di fare la sua fine perché insisteva ad andare a scuola. In questi paesi più sfortunati del mondo il problema dell’analfabetismo è diffusissimo perché è facile rendere schiavo un ignorante o un analfabeta. Ci sono ben 200 milioni di bambini che invece di andare a scuola e stare con la famiglia sono costretti a lavorare in condizioni di schiavitù».
Qual è la situazione del lavoro minorile in Pakistan oggi?
«Continua a essere una situazione estremamente drammatica nonostante l’esempio di Iqbal abbia un po’ cambiato le cose: sono state fatte leggi, c’è più attenzione ma siamo lontani dal garantire a chi lavora nei paesi più poveri gli stessi diritti dei nostri lavoratori».
Si è ispirato a qualcuno per Fatima e Maria, le protagoniste del libro?
«No, le ho proprio inventate di sana pianta. La costruzione dei personaggi è una delle parti più delicate del romanzo. Io sono dovuto diventare una ragazzina sedicenne pakistana, quindi ogni volta che uscivo mi accorgevo di che fesseria siano tutte queste polemiche sul velo… »

Classe 2D – Scuola Secondaria di primo grado “Puccini” di Firenze